Ticino e Grigioni

Insubria, occorre una “governance” più integrata

In uno studio il professor Remigio Ratti evidenzia la necessità di azioni a livello federale e cantonale per migliorare la cooperazione transfrontaliera

  • Ieri, 21:22
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Essere cantone di confine: studio su costi e benefici

SEIDISERA 14.10.2024, 18:34

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Di: SEIDISERA/Quot/RSI Info 

I limiti delle regioni di frontiera nella capacità di affrontare le nuove sfide geopolitiche, della globalizzazione, del mondo digitale e dei cambiamenti climatici. È su questo terreno, assai irto di problemi e sfide aperte secondo i recenti rapporti del Politecnico di Milano e del BAK di Basilea, che si muove l’ultima ricerca del professor Remigio Ratti.

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Collaborazione transfrontaliera da ripensare

Il Quotidiano 14.10.2024, 19:00

Nell’e-paper, appena pubblicato dal Gruppo “Coscienza svizzera” e presentato lunedì a Lugano, l’economista, da molti anni studioso del tema, sottolinea la necessità di una nuova comprensione dei rischi e delle opportunità dei cantoni di frontiera, sostenendo che la tradizionale visione di una frontiera quale semplice separazione sulla linea dei confini non è più adeguata.

“Noi siamo abituati a vedere la frontiera come linea di divisione tra due Stati. Però ci sono delle nuove frontiere, che sono le frontiere che ci vengono da tutte le parti, vale a dire in un mondo globalizzato ci sono nuove realtà di potere, che non sono più quelle istituzionali di un Paese. Sono le realtà del potere economico, il digitale, l’intelligenza artificiale, eccetera. C’è un potere che se vuole interviene su e contro o sfruttando qualsiasi Paese”, spiega Ratti.

Studi recenti mostrano, infatti, che ad oggi i costi sono maggiori dei benefici, a partire da una perdita di prodotto interno lordo stimata, per il Ticino, fra il 7% e il 10%. Una maggiore e soprattutto migliore collaborazione porterebbe benefici a tutti. A cambiare deve essere però il modo di affrontare i problemi.

“Non si può più rispondere colpo per colpo e in modo funzionale. C’è un problema? Allora attacco quel problema lì. Quindi bisogna vedere una risposta più cognitiva, più globale. E queste risposte non sono più solo delle risposte che partono puntuali ma che coinvolgono i diversi livelli: il livello locale, cantonale, federale, europeo, perché oggi le grandi sfide sono le sfide anche continentali”, dice Ratti.

Un esempio chiaro lo possiamo fare pensando all’intelligenza artificiale. E alle risposte da dare a questo sconfinato mondo. “La Svizzera non può pensare di dare una risposta sua, deve dialogare, probabilmente come fa nel 95% dei casi queste regole le trova con gli altri, quindi è una governance multilivello”.

Stesso approccio multilivello che andrebbe intensificato per far fronte alle sfide e agli svantaggi dei cantoni di frontiera, Ticino compreso. Pena perdere il treno, quel treno che altri prenderebbero per dialogare fra Zurigo e Milano. E Milano e Zurigo sempre di più potrebbero parlarsi e interagire e noi, Canton Ticino, essere letteralmente scavalcati? “La sfida è questa. Fortunatamente abbiamo anche dei buoni esempi. E chi sta rispondendo a queste cose. Prendiamo Ferriere Cattaneo, non ha più spazio per produrre lì, ha una bella superficie. Si fa un accordo con i Comuni, è un nuovo quartiere che nasce. Lui tiene la parte di valore aggiunto, gli ingegneri che progettano i nuovi vagoni, eccetera. La produzione si fa altrove. Saranno meno impieghi, magari anche meno frontalieri”, sottolinea Ratti.                

Per non subire ma trarre vantaggio da questo contesto, la condizione, secondo Ratti, è che si sviluppi una governance fondata su una migliore integrazione dell’azione delle istituzioni pubbliche a tutti i livelli. Guardando al caso ticinese, sebbene le iniziative locali di collaborazione transfrontaliera siano essenziali, senza un sostegno più articolato delle istituzioni cantonali e nazionali gli effetti negativi della frontiera rischiano di protrarsi, in particolare - ma non solo - nell’ambito del mercato del lavoro e della mobilità.

Occorrono perciò, prosegue il saggio di Ratti, azioni a livello federale e cantonale per migliorare la cooperazione transfrontaliera. Queste includono lo sviluppo di un quadro legislativo che riconosca le caratteristiche uniche e peculiari dei cantoni di frontiera, che affrontano problemi a loro specifici. Un migliore riconoscimento istituzionale comporterebbe anche una maggiore considerazione dei costi derivanti dalla posizione di frontiera nell’ambito della perequazione finanziaria. 

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