Il film culto di un paio di loro era “Il lupo di Wall Street”, ispirato alla vita di Jordan Belfort. E alla fine, proprio come il truffatore degli Anni '90, sono caduti in trappola. Quattro gli imputati comparsi oggi alle Assise Criminali: tutti italiani residenti in Ticino, incensurati, di età compresa tra i 29 e i 50 anni. Tutti rei confessi. Sono stati condannati a pene tra i 14 mesi sospesi e i tre anni di carcere, parzialmente da espiare. Promettevano investimenti finanziari da favola, ma si sono resi responsabili di malversazioni, complessivamente, per oltre due milioni di franchi.
Mangusta Capital, Paramount Capital, Capitalgest. Questi gli altisonanti nomi di alcune delle società che tra il 2018 e il 2020 il quartetto utilizzò, a vario titolo, per compiere una serie di malversazioni. Altisonanti, sì; come le slide, i grafici e le applicazioni sul telefonino di cui si servivano per promettere favolosi investimenti nel settore finanziario. Ai clienti (sempre italiani) prospettavano operazioni sicure e vantaggiose, arrivando talvolta a ventilare interessi che la procuratrice Chiara Borelli ha definito “stratosferici”.
In realtà i progetti non decollarono mai. Ne scaturirono anzi illeciti per oltre 2 milioni di franchi. Uno degli investitori consegnò pure oro e diamanti. Senza dimenticare il denaro (quasi 200mila franchi) ottenuto attraverso alcune truffe Covid. Quanto racimolato servì sì a coprire i buchi, ma anche – ha ricordato il giudice Amos Pagnamenta – all’acquisto di beni personali. Inclusa una Mc Laren.
Le parti hanno trovato un accordo poco prima del processo. Accordo che nel tardo pomeriggio la Corte ha accolto. I quattro sono quindi stati condannati. Per tutti è scattata inoltre l’espulsione dalla Svizzera. L’imputato principale dovrà ora terminare di scontare la sua pena. Gli altri tre sono subito tornati a piede libero.