La confisca del dipinto raffigurante Isabella d'Este, attribuito a Leonardo da Vinci, è stata confermata dalla Cassazione italiana. Il quadro era stato trasferito in un caveau di una banca di Lugano senza licenza, e quindi illegalmente. La Suprema Corte ha respinto, dunque, il ricorso della proprietaria. Lo si legge in una sentenza depositata venerdì.
Il Codice dei beni culturali italiano preveda "la confisca obbligatoria dei beni oggetto della condotta illecita, salvo che appartengano a persona estranea al reato". In questo caso, la ricorrente non può essere considerata tale, "dal momento che risulta co-indagata" proprio per l'esportazione illecita, spiega la Cassazione.
La decisione interviene così nel conflitto tra autorità italiane e svizzere. A gennaio il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva posto il veto alla riconsegna del dipinto a Roma. Dopo il sequestro era scoppiata una controversia sull'autenticità della tela tra lo storico dell'arte Carlo Pedretti e il critico Vittorio Sgarbi. Quest'ultimo ha definito il dipinto "una crosta che vale al massimo 2'000 euro".
ATS/M. Ang.