Ticino e Grigioni

L’obbligo che valorizza il pane nostrano

È ora imposta la dichiarazione del paese di produzione dell’impasto: “Ora sarà unicamente la coscienza del consumatore a scegliere”, dice il presidente dei panettieri e pasticcieri

  • 2 ore fa
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Il presidente di categoria Massimo Turuani con la materia prima del suo mestiere

Di: SEIDISERA/Berti/Spi 

L’obbligo è rimasto a lievitare per un anno, ma da sabato 1° febbraio chi vende pane, pizza e altri prodotti di panetteria fine dovrà dichiarare per iscritto il paese di produzione dell’impasto. L’attuazione della regola fa felici soprattutto i fornai locali, come conferma Massimo Turuani, presidente della Società Mastri Panettieri-Pasticcieri-Confettieri del Canton Ticino, di Mesolcina e Calanca. “Noi panettieri artigianali - dichiara ai microfoni della RSI - abbiamo sofferto per anni e anni la provenienza di parecchio pane da paesi europei, dove la manodopera costa veramente molto, ma molto meno”.

D’ora innanzi, la giustificazione della scarsa informazione viene a cadere: “Sarà unicamente la coscienza del consumatore a scegliere se vuole andare avanti a fare gli acquisti che faceva prima o se magari vuole riservare un occhio di riguardo ai professionisti della Svizzera italiana”.

L’associazione di categoria stima che i prodotti dall’estero negli anni siano cresciuti sino a raggiungere un terzo delle vendite totali. Il problema, secondo loro, è che questo non si vedeva. Ora non solo le confezioni, ma anche chi produrrà panini o utilizzerà questi prodotti nell’ambito della ristorazione dovrà essere trasparente. Per Turuani, la speculazione non potrà più essere fatta senza esibirla per quello che è.

La speranza dei panettieri è riposta quindi anche nella ristorazione. “Sono sempre stati i nostri partner storici - dice Turuani -, ma negli ultimi venti anni c’è stato un sensibile calo d’attenzione”.

Pane surgelato o precotto nei ristoranti è possibile, conferma Gabriele Beltrami, direttore di GastroTicino, “dato l’avvento di grosse catene anche svizzere, che producono un prodotto che consente meno scarti al ristoratore. Però io spezzo una lancia anche a favore dei panettieri e dei nostri ristoratori che comprano dal panettiere”. Per chi gestisce un ristorante, continua Beltrami, “il nuovo regolamento richiederà un piccolo lavoro in più”. Una tantum, perché “scelto il prodotto il cartellino esposto rimarrà sempre quello”.

Cartellino che andrà creato. Infatti, nonostante l’anno di transizione appena terminato, le due associazioni si aspettano che da lunedì qualcuno chiami per chiedere come mettersi in regola.                

02:37

SEIDISERA del 01.02.25, il servizio di Luca Berti

RSI Info 01.02.2025, 18:08

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