Le nomine per il consiglio direttivo del LAC, che sono state rimandate a martedì sera, stanno scaldando gli animi anche in casa PS. Da una parte le critiche sulla strategia del socialista Alberto Leggeri. Dall’altra la replica del presidente della sezione di Lugano Raoul Ghisletta, che difende la scelta del gruppo di abbandonare la sala e astenersi dal voto.
"È inutile tuonare contro i cittadini che non vanno a votare - sostiene Leggeri - se poi chi è stato eletto per legiferare e decidere diserta il suo compito in modo così plateale. Il gruppo PS ha dimostrato urbi et orbi di non avere acume politico, men che meno una strategia. Chi ha avuto la brillante idea di ritrarsi dal voto, ha fatto un duplice autogol: fossero rimasti in sala, avrebbero concorso ad eleggere le due donne e potrebbero vantarsi di aver fatto una scelta autonoma dalle logiche di partito. Oppure sarebbero stati eletti Grassi e Masoni Brenni, scompaginando il perfido disegno della Lega".
"E’ l’unico che si lamenta", replica dal canto suo Ghisletta, che aggiunge: "Siamo estremamente compatti al punto di uscire dalla sala tutti assieme. Quel dibattito è stato una vergogna per la cultura di questo paese. E anche una vergona rispetto a quello che sta scritto nello statuto (dice che bisogna svincolarsi dai criteri partitici e basarsi sulle competenze, ndr) , che è l’opposto di quello che è successo”. Poi conclude: "Per questo teatrino dobbiamo ringraziare Lega, PPD e PLR che si sono accoltellati all’italiana. Noi non entriamo in questo gioco, ma scherziamo?".
joe.p.