Ticino e Grigioni

LGBTQ+, la zona grigia delle carceri elvetiche

Ad oggi in Svizzera non esiste alcun regolamento al riguardo. L'esperto: "si raccomanda di rispettare il principio dell'autodeterminazione di genere”

  • 16 aprile 2023, 06:48
  • 20 novembre, 11:31
Carceri

Il Ticino punta alla formazione del personale

  • archivio Keystone
Di: SEIDISERA/Red.MM 

Il sistema carcerario svizzero contempla esclusivamente due sezioni: o femminile o maschile. Come si gestiscono allora i detenuti LGBTQ+? La questione prende spunto da un recente fatto di cronaca locale, relativo a un processo che si è tenuto in settimana a Lugano.

Il caso

Un 35enne è stato condannato a sei mesi di carcere per truffa, questo (nato donna) è nella fase finale del suo percorso di transizione e ha dichiarato di non voler alloggiare nella sezione maschile della Stampa perché teme per la sua sicurezza. Per il momento è stato assegnato alla Farera.

La sua avvocata ha chiesto al carcere femminile di Berna di accoglierlo. La direzione della struttura però - come hanno riportato i quotidiani ticinesi - ha declinato la proposta perché non accettano persone che sul documento risultano di sesso maschile.

La situazione in Svizzera

Sul tema della detenzione delle persone LGBTQ+ in Svizzera non esiste alcun regolamento specifico, sebbene il Consiglio d'Europa si sia già pronunciato sull'argomento, invitando gli stati membri ha prendere misure appropriate per evitare violenza, discriminazioni e ostilità contro l'identità di genere nelle carceri.

L'assenza di una normativa specifica a livello nazionale si ripercuote poi nei singoli cantoni, dove il sistema dell'esecuzione delle pene è gestito autonomamente. Ci sono dunque 26 realtà differenti senza informazioni centralizzate.

Stando a questo riferisce uno studio del 2011 condotto dal Centro svizzero di competenza in materia di esecuzione di sanzioni penali, alcuni cantoni hanno tuttavia fatto progressi sull'argomento. Sono Basilea-città, Vaud e San Gallo, che hanno inserito indicazioni specifiche nei loro regolamenti.

La situazione in Ticino

Il Ticino si sta anche muovendo, puntando prevalentemente sulla formazione del personale. L'obiettivo è quello di "trasmettere le competenze sulle parità di genere" ha dichiarato recentemente Stefano Laffranchini, direttore delle strutture carcerarie ticiniesi.

"È una cosa su cui stiamo insistendo ultimamente" - continua il direttore - "anche perché siamo confrontati con sempre più detenuti che presentano delle transizioni o dei momenti di cambiamento di genere”.

La realtà LGBTQ+ nelle carceri

Il problema richiede risposte e soluzioni concrete. Già nel 2011 lo studio del Centro svizzero di competenza evidenziava la vulnerabilità delle minoranze sessuali e di genere nel settore carcerario, elencando anche soprusi e discriminazioni.

Come il caso di una donna transessuale violentata durante la prima notte che passava in cella, uomini omosessuali che chiedevano di essere messi in isolamento perché non si sentivano al sicuro o ancora un uomo omosessuale violentato da un altro detenuto.

Le difficoltà maggiori riguardano le persone transgender, sostiene Jean-Sébastien Blanc, uno dei redattori del testo sopracitato e ricercatore di studi di genere. "Il sistema carcerario è infatti organizzato sul principio della separazione fra uomini e donne ed è dunque un sistema completamente binario" spiega Blanc.

"Una persona transgender che inizia un processo di transizione in carcere o che lo ha iniziato poco prima si trova davanti allo scoglio della binarietà" e, chiarisce sempre il redattore, "il suo collocamento viene deciso in base a criteri prevalentemente anatomici". Sulla base di questo modello dunque, una donna transgender verrà collocata, prima dell'operazione, in una struttura maschile.

Per tutelarne la sicurezza si opta dunque alla detenzione in isolamento, che tuttavia potrebbe portare a ripercussioni sulla sua salute mentale. "Il centro svizzero di competenza raccomanda dunque di rispettare il principio dell'autodeterminazione di genere”, conclude Jean-Sébastien Blanc.

A detta del ricercatore, l'anno prossimo è previsto il primo sondaggio nei 26 cantoni per sapere se le raccomandazioni siano state attuate. Fino ad allora, il caso rimane aperto.

04:13

Seidisera del 15.04.2023 - Il servizio di John Robbiani

RSI Info 15.04.2023, 19:27

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