Ticino e Grigioni

"LIA? Bisogna fare chiarezza"

Soddisfazione oltralpe per la sentenza del TRAM contro la legge ticinese sulle imprese artigianali ma “il problema ora è l’incertezza”

  • 5 marzo 2018, 20:08
  • 23 novembre, 02:19
Il Governo deciderà a breve

Il Governo deciderà a breve

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C'è soddisfazione oltre San Gottardo per la decisione del Tribunale amministrativo ticinese (TRAM) di accogliere il ricorso della Commissione della concorrenza (COMCO) contro la LIA, la legge sulle imprese artigianali. Ora però ci si aspetta che le autorità ticinesi facciano chiarezza in tempi brevi sulla questione e propongano un'alternativa all'albo degli artigiani.

“Stiamo attualmente traducendo in tedesco la sentenza del TRAM”, ci spiega Basil Gasser, titolare della Gawo Gasser, azienda che costruisce finestre e infissi, con sede nel Canton Lucerna. È proprio sul caso di questa azienda - obbligata ad iscriversi all'albo LIA per poter lavorare in Ticino - che si basa il ricorso presentato a fine 2016 dalla Commissione federale e accolto dal TRAM lo scorso 27 febbraio

“Noi lavoriamo regolarmente in Ticino e quindi ci siamo necessariamente dovuti iscrivere all'albo”, spiega Gasser, aggiungendo: “Ho però molti colleghi che si recano solo saltuariamente a sud delle Alpi. E gli obblighi imposti dalla legge sulle imprese artigianali rappresentano un eccessivo onere finanziario e amministrativo per chi vuole lavorare in Ticino una o due volte all'anno”.

Questa nuova decisione del TRAM, dopo quella - sempre sulla LIA - di novembre, con la quale i giudici accoglievano un ricorso di una ditta ticinese, rischia di aumentare la confusione venutasi a creare negli ultimi mesi, anche a seguito della richiesta del Governo ticinese alla Commissione di vigilanza LIA di congelare l'incasso di tasse e multe in attesa della sentenza sul ricorso della COMCO. Lo sostiene Felix Howald, direttore della Camera dell'industria e del commercio della Svizzera centrale. Camera in prima linea contro la LIA da quanto è entrata in vigore e che negli ultimi due anni è diventata una sorta di sportello informativo sul tema per le aziende svizzero-tedesche.

“Abbiamo combattuto la legge sin dall'inizio: è una cattiva legge, in contrasto con quella federale sul mercato interno e se venisse abrogata ne saremmo soddisfatti”, spiega Howald senza troppi giri di parola. “Ora il problema è l'incertezza. Varie aziende ci hanno contattato per sapere se la LIA sia ancora in vigore, se occorra ancora iscriversi. Mi auguro ora che si faccia chiarezza”.

Toccherà al Consiglio di Stato valutare cosa fare: una decisione sul futuro della LIA è attesa nei prossimi giorni. Ad ogni modo, se abrogazione sarà, bisognerà comunque passare dal Gran Consiglio.

CSI-AP/ludoC

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