Tra il 2011 e il 2014 la Forward Racing stipulò contratti di sponsorizzazione per circa 30 milioni di euro. Nelle casse della scuderia motociclistica di Agno – sostengono gli inquirenti – finirono però soltanto 14 milioni. Buona parte del resto sarebbe tornata sottobanco oltre confine, agli sponsor o a persone vicine. Non solo: prima di giungere in Ticino i soldi sarebbero passati da una serie di società “cartiera”, utilizzate per compiere delle truffe carosello all’IVA. Il danno arrecato al fisco italiano ammonterebbe, in totale, a circa 5 milioni di euro.
Sono queste le cifre scaturite dall’inchiesta “Nuova”, che nell’estate del 2015 portò in carcere il patron della Forward e l’allora capo dell’Ispettorato fiscale ticinese. Ben 14 gli indagati. Tra loro l’ex-socio dell’imprenditore e un ex-sottufficiale della Guardia di finanza, pure arrestati due anni fa. Il lungo elenco comprende inoltre un avvocato luganese, che mise a disposizione il conto del suo studio per farvi transitare del denaro.
Tutti i dettagli sono contenuti nel rapporto che la REF, la sezione della polizia cantonale specializzata nei reati economico-finanziari, ha consegnato al ministero pubblico. Il procuratore generale John Noseda dovrà compiere ora le valutazioni del caso; anche per quanto riguarda l’accusa di corruzione, ipotizzata nei confronti dei due imputati principali.
Entrambi negano con fermezza ogni addebito. Gli intermediari – replica il titolare della Forward – non erano delle “cartiere”, ma società realmente operative che anticipavano i capitali delle aziende sponsorizzatrici. I milioni rientrati in Italia non sarebbero altro che le commissioni pagate ai procacciatori di contratti. Dal canto suo il legale dell’ex-funzionario del fisco ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Francesco Lepori