Ticino e Grigioni

La notte di Lugano

Acceso dibattito con Alain Melchionda tra Marco Borradori, Karin Valenzano Rossi, Boas Erez, Manuele Bertoli e Paolo Bernasconi

  • 30 maggio 2021, 20:39
  • 20 novembre, 20:20
34:17

La notte di Lugano

Informazione 30.05.2021, 19:20

  • Ti-Press/Francesca Agosta

Autogestione, botta e risposta. Lo scottante tema è stato al centro di un dibattito dopo quanto avvenuto a Lugano tra sabato e domenica. Ospiti di Alain Melchionda il sindaco Marco Borradori, la municipale Karin Valenzano Rossi, il rettore dell'USI Boas Erez, il consigliere di Stato Manuele Bertoli e l'avvocato Paolo Bernasconi.

"Abito vicino al Macello e ieri sera ho provato una grande tristezza. Si è manifestata una grande violenza. Spero che torni il dialogo. Si è toccato il fondo. Bisogna rimbalzare. E tornare a discutere. Ieri si è demolito un simbolo", ha detto Erez.

"Quello che è successo ieri è stata una chiusura, in malo modo, di un dialogo che noi abbiamo cercato. Più volte ho chiesto il dialogo. Mi sono anche presentata fisicamente con Filippo Lombardi lunedì scorso. Abbiamo cercato alternative, un canale di comunicazione. Sono io dunque la prima ad essere amareggiata. Perché la loro risposta è stata l'occupazione di uno stabile privato", ha replicato Valenzano Rossi.

“Ieri Lugano era in stato di assedio, sembrava un’operazione di guerra, ma non c’era un nemico. Non ho mai visto in una città svizzera la demolizione di un edificio di notte. E’ una pessima pubblicità per la città ed il Cantone. Poi non c’era nessuna licenza edilizia: per abbattere è necessaria. Ed il Tribunale amministrativo dovrà pronunciarsi a questo riguardo”, ha sostenuto Bernasconi.

“Avrei voluto che Bernasconi usasse queste parole quando l’autogestione del diritto se ne faceva un baffo. Come nei disordini in stazione o a Molino Nuovo quando è stata ferita una giornalista. Oppure quando hanno imbrattato i muri della città. Di questo non se ne parla. E a noi ora viene rimproverato di non aver chiesto una licenza edilizia per demolire. Noi chiederemo una licenza edilizia a posteriori. Come avviene. E ci rimetteremo in regola”, ha risposto Borradori.

“Le decisioni di sgomberare e di abbattere il Macello sono state politiche. La polizia ha solo fatto delle proposte. Ed io credo che ora l’unica via di uscita sia quella del dialogo. Lo era prima. E lo sarà anche dopo. Anche se adesso diventa più complicato perché non è che si migliora la situazione passando sui piedi dei molinari con una ruspa. Alla fine rimane comunque l’unica via di uscita. Altre non ce ne sono”, ha concluso Bertoli.

joe.p.

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