Ticino e Grigioni

"La vaccinazione? Scelta vantaggiosa"

Intervista al dottor Roberto Malacrida, membro della Commissione nazionale di etica in materia di medicina umana

  • 17 novembre 2021, 22:51
  • 20 novembre, 19:13
06:20

Sei di sera del 17.11.2021

RSI Info 17.11.2021, 22:35

  • ©Keystone
Di: Seidisera/red.mm 

Mettendo in lockdown solo le persone non vaccinate l'Austria ha aperto una breccia. Il dibattito è acceso un po' ovunque attorno a noi. A che punto è la discussione in Svizzera? Ne avete già discusso all'interno della commissione di cui lei fa parte?

Sì, ne abbiamo discusso in modo molto regolare, ma non abbiamo preso posizione. Abbiamo preso una decisione riguardo alla vaccinazione dei bambini, ma in questo ambito invece seguiamo l’andamento delle discussioni a livello nazionale e anche internazionali.

Nelle ultime 24 ore in Svizzera sono stati registrati 5981 nuovi casi di coronavirus, dieci nuovi decessi e altre 93 persone ricoverate in ospedale. Di fronte a questa evoluzione, il suo personalissimo parere qual è? Lei si spingerebbe fino al punto di dire: ristoranti, bar e teatri solo per i vaccinati e tutti gli altri confinati?

Io personalmente no, perché il problema è di non creare nuove discriminazioni e questo non solo perché discriminare non è corretto, ma perché nuove discriminazioni portano a una spaccatura maggiore nella nostra società. La preoccupazione invece è proprio di limitare il più possibile questa maggiore spaccatura. In etica quando bisogna fare delle scelte così delicate si ricorre a quel importante valore che è la proporzionalità fra i valori in gioco. Da questo punto di vista io penso che la prudenza nell’evitare ulteriori spaccature risulti più significativa rispetto a un non completo riconoscimento del comportamento virtuoso di chi si vaccina.

Questo varrebbe anche per il personale sanitario? Chi non è vaccinato può continuare a lavorare in un ospedale?

La domanda apre un discorso complesso, perché da un certo punto di vista la responsabilità è un concetto, e anche un valore, che dovrebbe sempre essere condiviso ma è pur vero che all’interno della categoria delle persone che devono curare al meglio e sono obbligate a venire a contatto con le persone più a rischio, esiste una responsabilità morale. Da un lato è vero che mascherina, disinfezione e distanza sono mezzi efficaci, però quando si cura da vicino non è sempre possibile usarli in modo coerente. Probabilmente tutta la società, ma in fondo anche proprio i curanti sono stanchi di questi lunghi e continui obblighi peraltro anche giustificati nell’uso delle misure protettive. Probabilmente anche questa disciplina ferrea molto presente durante la prima ondata, magari oggi è un po’ più traballante. Per questo direi che la vaccinazione è il modo più sicuro per difendere la salute di chi si sta curando.

Cosa risponde a chi le direbbe: "io mi sono vaccinato, il mio dovere l'ho fatto, non voglio più subire le conseguenze di chi decide di non farsi immunizzare"?

A me preme ricordare che chi si vaccina corre meno rischi. Oggi soprattutto di dover sopportare i disagi di chi si è ammalato di covid. Alludo in particolare al problema dell’affaticamento. Dal punto di vista individuale la vaccinazione resta quindi una scelta vantaggiosa.

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