La chiusura del Giornale del Popolo non è stato un fulmine al ciel sereno, ma il risultato di una situazione delicata di cui la direzione è sempre stata informata e che è stata minimizzata. Questa la posizione del vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri, espressa sulle colonne del Corriere del Ticino il giorno successivo il fallimento della società editrice del quotidiano.
"Si vuole rimandare il problema senza affrontare la vera questione", aggiunge il vescovo riferendosi a un piano per produrre un giornale in versione ridotta con contributi esterni. Lazzeri sottolinea che prima della chiusura il quotidiano era arrivato a 7'000 abbonati, con un calo costante di anno in anno, e una situazione finanziaria insostenibile.
Per quanto riguarda il futuro, il vescovo afferma di essere concentrato su un intervento di solidarietà per tutte le persone che hanno perso il lavoro, che sarà annunciata una volta scelta una delle soluzioni allo studio.
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