Ticino e Grigioni

GDP, disoccupati dal 1° giugno

Nuovo incontro a Lugano per fare il punto sulla procedura fallimentare. Bocche cucite fino alla decisione del pretore

  • 25 maggio 2018, 20:21
  • 23 novembre, 01:24
La sede di Via San Gottardo a Massagno

La sede di Via San Gottardo a Massagno

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Dipendenti, direzione e sindacati si sono nuovamente incontrati venerdì a Lugano per fare il punto sulla procedura fallimentare del Giornale del Popolo. La consegna, per tutti, a otto giorni dal deposito dei bilanci, era di tenere le bocche cucite almeno fino a quando la pretura non avrà preso una decisione.

Un'attesa che inizia a pesare anche sulla quarantina di dipendenti, già liberati dall'editore, cioè la Nuova Società Editrice del Giornale del Popolo SA, il cui amministratore unico è il vescovo Valerio Lazzeri, che ha pagato gli stipendi fino alla fine di maggio.

“Abbiamo detto ai collaboratori che, cautelativamente dal primo di giugno, dovranno annunciarsi in disoccupazione: una deadline formale l’abbiamo fissata alla fine del mese di maggio”, spiega ai nostri microfoni Paolo Locatelli, del sindacato OCST.

Alessandra Zumthor, la direttrice del GdP, alla fine dell'incontro è uscita da una porta secondaria, dribblando i giornalisti che l'attendevano davanti a quella principale. "Silenzio assoluto" le sue uniche parole davanti a microfoni e telecamere che cercavano di raggiungerla. Un silenzio dettato come detto dalla delicatezza delle trattative della direzione con chi si è fatto avanti per salvare il quotidiano cattolico.

“Gli imprenditori hanno chiesto di non più rilasciare dichiarazioni”, spiega ai nostri microfoni Rocco Bianchi, presidente della sezione Ticino del sindacato Syndicom.

Qualsiasi intervento, compreso quello degli investitori, quindi non sarebbe imminente. “Quando avremo in mano una decisione della pretura che comunicherà esattamente le cifre – continua Bianchi – sindacati e imprenditori potranno prendere una decisione a capire come andare avanti”.

I tempi, tuttavia, sembrerebbero allungarsi: secondo nostre informazioni, il pretore Patrizia Zarro avrebbe chiesto un ulteriore complemento di documentazione alla Curia.

CSI/ludoC

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