Ticino e Grigioni

La zanzara tigre non è scomparsa

In Ticino l’insetto è uscito allo scoperto più tardi, ma con il caldo si sta ora tornando ai livelli degli ultimi due anni - Prosegue intanto la sperimentazione di nuovi metodi di lotta

  • 25 luglio, 23:11
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La SUPSI monitora la zanzara

Il Quotidiano 25.07.2024, 19:00

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Di: Quotidiano/RSI Info 

Ogni anno è ormai la stessa storia, anche se quest’estate sembra che la situazione sia migliorata. Ma soltanto in apparenza: dopo un inizio di stagione con poche zanzare tigre, ora la presenza dell’insetto sta infatti tornando ai livelli degli ultimi due anni, come ci dice Diego Parrondo, collaboratore scientifico della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Insomma, con la meteo ballerina delle scorse settimane, anche le zanzare sono uscite allo scoperto più tardi: “Ora con questo caldo possiamo dire che non ce ne sono di più, ma non ce ne sono neanche di meno. Ed è da vedere quale sarà la densità nel momento di picco, verso la fine di agosto”.

Nel frattempo, a fianco del monitoraggio del territorio, si continuano a sperimentare nuovi metodi di lotta, come quello che prevede l’introduzione di maschi sterili in natura. Un rimedio, quest’ultimo, che si sta testando a Morcote. “Siamo al secondo anno di rilascio completo durante tutta la stagione e i risultati sono veramente molto incoraggianti” afferma ancora Parrondo, spiegando che se lo scorso anno nell’area era stata riscontrata una riduzione del 60% degli esemplari femmina, quest’anno la riduzione è già dell’80%.

Un conto è il fastidioso prurito, un altro è il contributo della zanzara tigre alla diffusione di malattie tipicamente tropicali, al momento soltanto d’importazione. Motivi validi per combattere linsettore. I milioni di maschi necessari (la scorsa stagione ne sono stati rilasciati 3,5 milioni, quest’anno siamo già a 2 milioni) vanno però prodotti: “Ci stiamo attivando a livello cantonale per la possibile creazione di una biofabbrica che possa fornire più velocemente maschi sterili di qualità e a basso costo per i comuni o per le aree turistiche”.

Comuni in prima linea, ma anche i privati devono partecipare. Sì, perché su suolo pubblico vengono messi in atto i trattamenti delle caditoie stradali. “Anche la cittadinanza deve però fare la sua parte all’interno delle proprietà, con trattamenti settimanali da maggio a ottobre” conclude Parrondo.

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