La mascherina non va messa nel cassetto, anzi "resta uno strumento estremamente importante. Per questo arriverà un appello alla popolazione firmato da molti medici che hanno combattuto il virus in queste settimane, dove sosteniamo un uso più generalizzato della mascherina, nei mezzi pubblici, nei negozi, negli ambienti chiusi con più persone". Lo ha anticipato oggi (giovedì) a Modem il dottor Christian Garzoni della Clinica luganese Moncucco. Il Consiglio federale la raccomanda "ogni qual volta le distanze sociali non possono essere garantite, una frase non sempre bene interpretata", spiega Garzoni. "Se stiamo più vicini gli uni agli altri, cerchiamo di ridurre ogni possibilità di trasmissione e noi sappiamo da studi cinesi e anche europei che nel 70% dei casi il contagio è causato da pazienti asintomatici".
Garzoni è tornato anche sugli allentamenti annunciati mercoledì dal Consiglio federale, "coraggiosi ma giustificati dai numeri", anche se alcune misure sono più pericolose: "Gli eventi fino a 300 persone mi hanno fatto sobbalzare", afferma, perché "il presupposto perché tutto funzioni sono le distanze e le regole di igiene, ma anche la possibilità di tracciamento" dei contatti di un eventuale caso positivo, non semplice se i numeri sono tanto alti. "Se dovessi dare un consiglio", ha spiegato ancora lo specialista, "è ottimo rivedere gli affetti, gli amici, i nonni, ma con buon senso: ne rivedo magari un paio, non organizzo un party".
La prudenza adottata fin qui "era doverosa perché abbiamo avuto centinaia di morti nel cantone, altre persone con conseguenze polmonari e una curva che ha rischiato di portare al collasso gli ospedali". In estate "si sta di più all'aperto dove il virus si trasmette meno", una seconda ondata nelle prossime settimane "è molto improbabile che sia esponenziale. Potremmo avere numeri che aumentano più lentamente."