"L’assessment è stato solo un test prima dell'entrata in vigore della nuova procedura per la nomina dei magistrati. L’obiettivo era di capire cosa stava dietro queste valutazione ma anche avere il polso dei vari candidati". Ad affermarlo è il presidente del Gran Consiglio Walter Gianora che, lunedì, con l'ufficio presidenziale del Parlamento ed i capigruppo, ha incontrato la commissione di esperti incaricata di emettere un giudizio sui quattro candidati alla carica di procuratore generale e i pretendenti alla successione di John Noseda.
La commissione di esperti ha emesso un parere verso la fine dello scorso anno. Un parere che, secondo i media, ha premiato il viceprocuratore generale Antonio Perugini. Questo a discapito dell'avvocato ed ex procuratore Emanuele Stauffer che, sempre secondo indiscrezioni, è invece risultato il migliore nell'assessment, ovvero l'esame che valuta le capacità attitudinali come quelle organizzative o manageriali. Esame realizzato, per la prima volta per la nomina di un magistrato, da un istituto di Zurigo.
Di questo esame, tuttavia, la commissione non ha tenuto conto: “L’assessment contiene delle indicazioni sui vari profili – spiega Gianora ai nostri microfoni -. Indicazioni che sono solo uno dei vari elementi che la commissione ha sul tavolo per emettere un giudizio”.
Resta però il fatto che i commissari l'assessment e il suo contenuto l'hanno scartato. E questo malgrado sia stato proprio l'ufficio presidenziale a proporlo (e a pagarlo) in vista anche dell'entrata in vigore della nuova formula adottata per l'elezione dei magistrati, che prevede - come in questo caso - di sottoporre i candidati ad un esame ad uso di una commissione competente.
Questa verifica in scala uno a uno, aggiunge Gianora, “era importante, ma in futuro dovrà sottostare ad una serie di correttivi e aggiunte”.
Ora la palla passa al Parlamento: in corsa, oltre a Perugini e Stauffer, ci sono i procuratori Andrea Pagani e Morena Capella.
CSI/ludoC