Si fa sempre più pesante il quadro dell’inchiesta che in dicembre ha portato all’arresto, per abusi sessuali, di uno psichiatra del Luganese. Il numero di presunte vittime è infatti salito a otto, e potrebbe presto crescere ancora.
Dalle indagini emergono inoltre nuovi, sconcertanti elementi; a cominciare dal tipo di soprusi che sarebbero avvenuti tra le mura dello studio. Non solo palpeggiamenti o rapporti non completi, come accertato fino a qualche settimana fa. Con una delle donne il medico sarebbe andato (due volte) fino in fondo.
Per non parlare dell’odissea vissuta da due delle pazienti. Già si era detto che una di loro, in passato, era stata abusata dal sacerdote suo curatore, poi condannato. Al suo caso se n’è aggiunto ora un secondo. Un’altra delle otto sarebbe stata oggetto cioè, in precedenza, di pesanti attenzioni.
I fatti risalgono ad alcuni anni fa, quando si trovava ricoverata in una clinica del Locarnese. Uno dei paramedici avrebbe approfittato di lei e di un'altra degente. “Avrebbe” perché l’uomo, che nega ogni addebito, non è ancora stato processato. Rinviato a giudizio nell’aprile del 2017, alle Assise Criminali risponderà di atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere.
Lo stesso psichiatra, dal canto suo, ammette solo parzialmente le accuse ipotizzate dalla procuratrice Chiara Borelli. Per il momento il 53enne dovrà rimanere dietro le sbarre. Il giudice competente – ultima novità – gli ha prorogato la carcerazione preventiva fino al 15 giugno.