Emergono importanti dettagli dall’inchiesta sul delitto di Monte Carasso, scoperto a due anni di distanza grazie alla confessione resa dall’autore materiale. In maggio il 48enne si costituì, raccontando di avere inscenato il suicidio dell’ex-consorte, trovata morta il 21 luglio 2016. Poi il secondo colpo di scena: l’arresto, alla fine di giugno, anche della seconda moglie.
Le novità riguardano proprio la 39enne russa, pure accusata di assassinio. Gli inquirenti – si è appreso mercoledì – ritengono che sarebbe stata la donna a istigare il marito e pianificare il delitto, commesso per ragioni di tipo economico. Un coinvolgimento di primissimo piano, dunque, che la procura ipotizza sulla base di più elementi. A cominciare dalle dichiarazioni del 48enne ticinese, sentito nuovamente martedì.
Lei continua però a negare ogni addebito. Si vedrà. Intanto è giunta la perizia psichiatrica disposta per chiarire lo stato dell’uomo al momento dei fatti. A suo favore la dottoressa Alessandra Canuto ha ravvisato una lieve scemata imputabilità.
Francesco Lepori