Spostare il Festival del film di Locarno ad un altro mese che non sia agosto era qualcosa di cui non si era mai sentito parlare... prima di leggere il Sonntagsblick. È stata la presidente della rassegna, Maja Hoffmann, a dichiarare che agosto è un mese difficile, perché chi lavora nel cinema ha voglia di rilassarsi, non di viaggiare fino a Locarno.
“È evidente che la nostra forza è basata anche sulla forza delle radici che abbiamo nel territorio e di sicuro non abbiamo intenzione di metterle in discussione” commenta al Quotidiano il direttore operativo della rassegna Raphael Brunschwig. “Per cui qualsiasi decisione sarà un processo che coinvolgerà tutti gli attori locali: dal turismo ai partner commerciali. E anche il pubblico, evidentemente”.
Questo con una ben precisa consapevolezza: “E’ un processo che ha un unico scopo ed è quello di garantire la forza e la longevità futura di questa manifestazione, in considerazione di tutti gli elementi, quindi anche di questa contraddizione in un certo senso eterna, perché se ci pensiamo il festival è internazionale dalla sua nascita – il nome del 1946 lo diceva chiaramente – ma è stato creato per questioni anche turistiche e di standortforderung [sostegno al territorio]”.
Contenere queste contraddizioni e produrre una sintesi – conclude Brunschwig – “è il nostro compito, ne siamo consapevoli e con il consiglio di amministrazione si andrà avanti con questa riflessione”.