È stata chiarita la dinamica dell’incidente mortale avvenuto il 21 agosto 2014 all’aeroporto di Lodrino, dove un motociclista di 20 anni si schiantò contro il furgoncino entrato in pista per fermarlo.
La perizia giudiziaria ha stabilito innanzitutto che lo scontro poteva essere evitato. Il veicolo e la moto erano in grado di vedersi già ad alcune centinaia di metri. Il centauro se ne accorse però solo all’ultimo, quando era ormai a una cinquantina di metri. Rallentò, ma non abbastanza: il frontale, avvenuto a una velocità tra gli 80 e i 90 all’ora, non gli lasciò scampo.
Il furgone – ha accertato il rapporto - non tagliò inoltre la strada alle due moto (una delle quali riuscì a scansarlo, ndr). Al momento dell’impatto la vettura era già ferma da 5-6 secondi.
La perizia sembra dunque attenuare le responsabilità dell’autista. Si tratta però solo di uno degli elementi su cui la procura dovrà fondare la sua valutazione. Negli scorsi mesi la posizione dell’imputato si è anzi aggravata. L’accusa è passata infatti da omicidio colposo a omicidio intenzionale (con dolo eventuale).
Francesco Lepori