"Luigi Girardi deve tornare in libertà". Lo ha chiesto oggi, mercoledi, la difesa del direttore del Lumino’s. “Era risentito nei confronti del funzionario che l’aveva preso in giro. Per questo è stato da Michele Barra, non per fare pressione sul consigliere di Stato”. È stata questa la tesi dell’avvocato Filippo Gianoni, uno dei due legali del 49enne. “Il ministro poteva anche non vedere il video. Inoltre Barra gli aveva già consigliato di fare ricorso contro il no all’esercizio della prostituzione. Non doveva costringerlo a fare nulla”, ha sottolineato il difensore, chiedendo il proscioglimento dall’accusa di tentata coazione e minaccia. Girardi non avrebbe inoltre sfruttato il meretricio.
L'altro patrocinatore, l'avvocato Elio Brunetti, ha sostenuto che il suo assistito non ha cercato di truffare la disoccupazione con falsi certificati di salario e non ha frodato fisco e AVS. L’unica colpa sarebbe quella di aver registrato illegalmente video e chiamate. “Ciò non andrebbe oltre la pena pecuniaria”, ha detto Brunetti, dicendo che, anche se ritenuto colpevole di altri reati, la condanna non dovrebbe superare i 12 o 14 mesi, in parte sospesi. In ogni caso l'imprenditore sarebbe libero.
Chiesti 3 anni e 10 mesi
“Girardi ha preso a schiaffi le istituzioni, portando davanti al Governo delle prostitute, denunciando il procuratore generale, ricattando il ministro Michele Barra e chiedendo addirittura un’inchiesta parlamentare. Tutto ciò perché il Lumino’s era stato chiuso e rivoleva la licenza per riaprirlo”. A sostenerlo, mercoledì, è stato il sostituto procuratore generale Antonio Perugini, chiedendo 3 anni e 10 mesi di carcere. Alla sua richiesta si è associato il rappresentante del Cantone, avvocato Luca Marcellini. L'accusa ha pure detto che non si procederà contro il deputato Silvano Bergonzoli, che martedì è stato indicato come regista di tutto.
"Se esco, lascio il Ticino"
“Se esco da qui tornerò in Italia a piedi”, ha risposto l'imputato al giudice Mauro Ermani. La sentenza è prevista per martedì prossimo.
Da.Pa