La Federviti ticinese in assemblea oggi (sabato) ha votato all'unanimità l'introduzione di un prezzo indicativo più alto per l'uva dei vitigni di collina. Una distinzione importante per il presidente Giuliano Maddalena "perché questa viticoltura è quella più in pericolo e senza incentivi c'è il rischio che gli abbandoni continuino".
Il sostegno cantonale viene percepito positivamente, ha ricordato ancora Maddalena, visto che lo scorso autunno "è stata accolta con una sola astensione la mozione di Aron Piezzi che tende ad aiutare chi lavora in situazioni particolarmente difficili". Il settore, sottolinea, non è solo produzione di vino ma anche protezione di un bene paesaggistico importante.
SEIDISERA del 30.04.2022 L'approfondimento di Agata Galfetti sulla viticoltura "eroica"
RSI Info 30.04.2022, 20:05
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Altro aspetto in discussione è quello delle nuove varietà: il merlot resta sovrano, ma prendono piede sempre più delle alternative non solo in risposta ai cambiamenti climatici ma anche in vigneti in alcuni casi vicini all'abbandono, come spiega Stefano Bollani, titolare di un'azienda di Malvaglia: le qualità a bacca bianca sono particolarmente interessanti "perché richiedono meno chimica, meno lavoro quindi, e hanno ancora una bella nicchia di mercato".
Il prezzo di quanto prodotto resta comunque centrale. In tempo di pandemia è sceso a quattro franchi al chilo, lo si vorrebbe riportare a quattro e quindici. Il risultato uscirà però dalle trattative fra le parti.