Ticino e Grigioni

Massagno: a processo per tentato omicidio

Chiusa l’inchiesta sul 26enne rumeno che nel febbraio del 2022, a Massagno, ferì un connazionale con un colpo di pistola. Prosciolta la compagna

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Una lite per soldi finita a colpi di pistola

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Di: Francesco Lepori

Si profila il processo per il 26enne rumeno che la notte del 12 settembre 2022, a Massagno, sparò a un connazionale, ferendolo al braccio destro. Nei giorni scorsi il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ha infatti chiuso l’inchiesta, prospettandogli le accuse di tentato omicidio e di infrazione alla legge federale sulle armi.

All’origine del fatto di sangue, una questione di soldi. Quelli che l’uomo (difeso da Demetra Giovanettina) aveva affidato alla vittima perché li investisse in un’attività di noleggio veicoli. Il denaro perso, unito al sentimento di essere stato ingannato, fecero degenerare la situazione.

Il 26enne era giunto in Via Nosedo già prima, con la vettura della compagna. Stava rientrando in Italia quando, all’altezza di Mendrisio, venne richiamato dal socio in affari. Si diresse così nuovamente verso Massagno, dove ci fu il confronto tra i due. Sulla dinamica le versioni divergono, nella misura in cui l’autore sostiene di avere agito per legittima difesa. Avrebbe cioè sparato di impulso, senza l’intenzione di uccidere, vedendo che il conoscente aveva estratto un coltello. Coltello che la vittima afferma invece di avere tenuto in tasca.

Il 26enne è sempre rinchiuso al penitenziario cantonale, dove ha cominciato a espiare anticipatamente la pena. Sotto indagine è finita anche l’amica, che aveva denunciato il furto dell’auto (mai avvenuto) per sviare i sospetti in caso di riconoscimento della vettura. L’ipotesi di favoreggiamento è però caduta. Il procedimento penale aperto a suo carico verrà quindi abbandonato.

Tuttora pendente è infine l’inchiesta avviata a sua volta contro la vittima (rappresentata da Yasar Ravi), per le presunte malversazioni poi sfociate nella sparatoria. Lui nega l’esistenza di una truffa, e parla di un importo di 30-35mila euro. Una cifra ben inferiore agli oltre 100mila che il 26enne dichiara di avergli dato.

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