Il Tribunale federale ha accolto i ricorsi dell'Ente ospedaliero cantonale e di due cliniche private contro l'articolo 56, capoverso 2 lettera a della legge sanitaria, approvata l'11 dicembre 2017 dal Gran Consiglio ticinese. Lo rende noto un comunicato diffuso oggi, lunedì, dal Cantone.
Il legislatore aveva inteso imporre ai medici la conoscenza di una seconda lingua nazionale, ritenuta imprescindibile per svolgere in sicurezza l'esercizio di una professione medica universitaria sul territorio ticinese.
Il Parlamento riteneva che la legge federale, che si accontenta di un idioma, presentasse una lacuna da colmare, ma Mon Repos è di parere opposto: la norma è esaustiva e il requisito supplementare (già sospeso dal ricorso) è annullato.