Ticino e Grigioni

Migranti, "pronti all’aumento"

Secondo Norman Gobbi la possibilità di requisire i rifugi della protezione civile è una misura necessaria

  • 12.03.2016, 19:29
  • 07.06.2023, 18:20
Ora che la rotta balcanica è chiusa potrebbe esserci un aumento della pressione alla frontiera ticinese

Ora che la rotta balcanica è chiusa potrebbe esserci un aumento della pressione alla frontiera ticinese

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Il Consiglio federale ha deciso che in caso di un forte aumento dei flussi migratori in Svizzera la Confederazione e i cantoni potranno requisire i centri della protezione civile ed i rifugi per alloggiare i richiedenti l’asilo (Vd. articoli correlati). Norman Gobbi, presidente del Governo ticinese ma anche della Conferenza governativa dei direttori cantonali del militare, della protezione civile e dei pompieri, non ha dubbi: “Si tratta di una misura preventiva che doveva essere presa”.

“Dobbiamo essere pronti a far fronte ad arrivi eccezionali”, ha spiegato alla RSI il capo del Dipartimento istituzioni, riferendosi allo sbarramento della rotta balcanica e alla conseguente possibilità che i molti migranti attualmente fermi al confine tra Grecia e Macedonia, possano decidere di raggiungere l’Italia attraversando l’Adriatico, per poi risalire verso nord varcando anche la frontiera ticinese.

Norman Gobbi

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Sia Berna che le autorità cantonali potranno far capo a queste infrastrutture, ma in che misura Bellinzona avrà voce in capitolo? “L’importante – spiega ancora Gobbi - sarà riuscire a dialogare per evitare, per esempio, che in un comune dove magari esiste già un centro d’accoglienza, la Confederazione decida di installarne un altro requisendo una struttura della protezione civile: non vogliamo che i richiedenti l’asilo si concentrino in pochi enti locali”.

In casi urgenti, se la Svizzera, e in particolare il Ticino, dovesse realmente trovarsi a fare i conti con un forte aumento della pressione migratoria, la modalità di requisizione approvata dal Governo federale, per Gobbi resta dunque l’unica soluzione: “Ne abbiamo già parlato con la protezione civile e con i diversi comuni, al fine di avere le infrastrutture pronte in caso di bisogno. Non significa che la crisi ci sarà, ma dobbiamo pianificare dove alloggiare le persone in caso di grandi afflussi”.

CSI/ludoC

CSI delle 18.00 del 12.03.2016: il servizio di Alberto Tettamanti

Dal Quotidiano:

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