Il bostrico è tornato a preoccupare seriamente chi deve garantire la salute dei boschi ticinesi e non solo. Da più di un anno, il temuto coleottero sta proliferando oltre misura attaccando innumerevoli abeti. La situazione suscita timori al punto che, in diverse zone, per difendere la funzione protettiva delle foreste sotto attacco, si sta facendo ricorso alle motoseghe.
Gli effetti di un attacco
L’insetto, chiamato anche tipografo, che tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 era diventato una calamità in tutta Europa, sta riconquistando terreno a causa delle cadute di alberi di due anni fa e delle condizioni meteo che, con estati calde ed inverni miti, ne favoriscono la proliferazione. L’avanzata è particolarmente evidente in Valle di Blenio, in Leventina, in Valle Maggia. Ma pure in Mesolcina e Calanca si notano le chiazze rossastre che ne denotano il passaggio.
Pochi millimetri che fanno paura
La lotta è impegnativa e molto costosa. Solo in Ticino, spiega il capo della sezione forestale Roland David, è previsto il taglio di 11'500 metri cubi di legname per una spesa di quasi 3 milioni di franchi. Tutto per un esserino di 5 millimetri. Il problema è che non è mai da solo. In una pianta attaccata se ne possono trovare anche 100'000.
Diem/Quot
Dal Quotidiano
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