La novità dovrebbe arrivare a breve, forse già domani (mercoledì), quando il Consiglio di Stato si pronuncerà sulla domanda che mira a rendere il contratto collettivo di lavoro (CCL) della vendita obbligatorio per tutti. Una decisione che ai più appare scontata, dopo che al secondo tentativo la Segreteria di Stato dell'economia aveva dato luce verde alla documentazione proveniente dal Ticino.
Il sindacato UNIA, che non ha firmato il contratto collettivo, ha però sempre detto di non voler lasciare nulla di intentato, così potrebbe fare ricorso al Tribunale federale contro il decreto governativo sul contratto collettivo, così come potrebbe prendere di mira la nuova legge sugli orari di apertura dei negozi che, per entrare in vigore, attende l'approvazione definitiva di un CCL nel settore. Una legge a cui UNIA si oppone da sempre e che aveva già tentato di affossare, senza riuscirci, lanciando il referendum.
Dunque per il CCL si fa un passo avanti ma, se e quando si arriverà alla mezz'ora in più di apertura dei negozi durante la settimana (e fino alle 18.30 il sabato), dipenderà dalle decisioni del sindacato e da quelle dei Tribunali a cui vorrà eventualmente appellarsi.
CSI/M. Ang.