Il Consiglio di Stato non ritiene necessaria o opportuna l'introduzione di un divieto di determinate razze canine in Ticino. L'affermazione è contenuta nella risposta all'interrogazione formulata il 27 marzo del 2014 da Franco Celio, dopo due casi di aggressione avvenuti a Figino e alle Bolle di Magadino.
I casi di morsicatura segnalati da inizio 2015 sono 191, precisa il Governo, con una leggera tendenza all'aumento rispetto al 2014 (179) e al 2013 (181), ma il dato è attribuito all'incremento della popolazione canina, passata negli ultimi due anni da 25'556 a 28'850 unità. I casi gravi, inoltre, sono stati solo 25 in sei anni, dall'entrata in vigore cioè della legge cantonale. Il Ticino fa parte della metà dei cantoni dotatasi di una regolamentazione ed è quello che prevede la lista più lunga delle razze per le quali è necessaria un'autorizzazione: sono 30, che non bastano comunque a coprire l'intera casistica dei morsi.
La norma è giudicata valida: l'Ufficio veterinario ha potuto procedere a confische di animali tenuti illegalmente e sono una decina all'anno i permessi che non vengono concessi. Le sanzioni previste possono arrivare a 20'000 franchi, ma non sono previste misure di aiuto alle vittime di aggressioni.
pon