Ticino e Grigioni

"Noi, che resistiamo al lupo"

Un reportage tra la "calda" Val Vergeletto, in un alpeggio caricato con 200 pecore, e la Leventina, dove vive la proprietaria degli ovini già vittima di attacchi la scorsa estate

  • 8 luglio 2023, 06:59
  • 6 novembre 2023, 14:59
Il pastore Benjamin con le capre di Giulia in zona Alpe Arena, in Val Vergeletto

Il pastore Benjamin con le capre di Giulia in zona Alpe Arena, in Val Vergeletto

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Di: Dario Lanfranconi

"Mi piacerebbe incontrare un lupo un giorno, ma non è ancora successo”. Benjamin mi sorprende subito, non è la classica risposta che ti aspetti da un pastore. D’altronde questo 33enne tedesco ha un percorso particolare: formazione da grafico e i più svariati lavori nel curriculum, prima di diverse esperienze sugli alpi svizzeri negli ultimi sei anni tra Vallese e Grigioni, sempre occupandosi di pecore e capre in montagna. Ma noi siamo qui all’Alpe Arena, in Val Vergeletto, non per parlare del suo passato, ma di lupo e protezione delle greggi.

Il Corte In Pièi Bechèi, sfruttato dai gestori dell'Alpe Arena

Il Corte In Pièi Bechèi, sfruttato dai gestori dell'Alpe Arena

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A livello di protezione, continua il pastore, "le cose stanno andando bene: abbiamo ora la possibilità di rinchiudere le pecore di notte nel fienile, di costruire un recinto elettrificato o di sfruttare quello già piazzato lo scorso anno per le capre, dove ora possiamo mettere le pecore. È comodo perché almeno possiamo spostarlo ogni tre giorni per garantire il benessere degli ovini. Qui c’è anche il vantaggio che è una zona turistica con parecchi passaggi, cosa che probabilmente aiuta a tenere un po’ più lontano il lupo".

Le pecore di Giulia al pascolo tra i Larici

Le pecore di Giulia al pascolo tra i Larici

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Benjamin in Vallese ha avuto contatti con un contadino che dopo una serie di attacchi ha lasciato l’attività, distrutto psicologicamente, e nei Grigioni si è pure ingegnato con soluzioni fai-da-te stile spaventapassero e fuochi accesi… e finora non ha mai subito attacchi. Le circa 200 pecore di cui si occupa - insieme alla compagna Eva Clivio - appartengono a Giulia Giugliemma, allevatrice leventinese di Sobrio che lo scorso anno aveva subito un’importante predazione in Val Bavona, sull’alpe d’Antabia. E sono in realtà una soluzione di ripiego, visto che quest’alpeggio è tradizionalmente caricato con capre e mucche.

"C'erano diverse possibilità, ma o c’erano problemi di organizzazione e tempistiche, oppure c’era chi non voleva proprio per paura, anche con mucche e capre. A un certo punto abbiamo detto ok, dobbiamo trovare una soluzione e abbiamo deciso per le pecore".

Benjamin con la sia aiutante Maja

Benjamin con la sia aiutante Maja

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Paure in parte immaginabili: qui siamo a due passi dall’italiana Val Grande, da dove un branco di lupi transfrontaliero ha più volte fatto incursioni in terra locarnese, in particolare in zona Cimalmotto-Bosco Gurin. Ad ogni modo la questione lupo, pur non turbando i sonni di Benjamin, crea parecchio lavoro in più e non sempre è facile far tornare i conti. Ma, nonostante le difficoltà, il pascolo degli animali in montagna va comunque salvaguardato per Benjamin, a tutto vantaggio della biodiversità, della tradizione e del paesaggio. Per questo secondo il pastore il canide va gestito: “È un tema non facile e che divide, ma penso che le preoccupazioni dei contadini di montagna e dell’economia alpina siano giustificate. C’è chi vorrebbe che il lupo non si tocchi e poi chi vorrebbe eliminarli tutti…io penso che una normativa e una regolazione ci vogliano, perché finché sono due lupi è una cosa, ma quando sono sempre di più, sempre di più e continuano a crescere tutto cambia… e ad occuparsene dovrebbero essere gli specialisti”.

Lascio così Benjamin e riprendo il sentiero per la capanna Salei, dove incontro il guardiano Gianluca, che gestisce la struttura con la moglie. Anche a lui chiedo brevemente del lupo. "Lo scorso anno ha attaccato delle capre da queste parti e ne ha uccise quattro o cinque. Stiamo più all'occhio, ma non siamo spaventati", garantisce il guardiano.

La proprietaria: "Grande fatica. Ma da 22 anni tengo duro"

Dopo una lunga trasferta giungo anche da Giulia Giugliemma, la proprietaria delle quasi 200 pecore che ho incontrato qualche ora prima in Val Vergeletto. Mi mostra una pecora con tre zampe: "È stata azzannata dal lupo tre anni fa". Dopo le predazioni in Antabia del 2022 Giulia era molto turbata: "Andare avanti non è stato per niente facile - racconta -. Ho dovuto fare la fienagione e accudire le pecore e gli agnelli che erano feriti. È stata una grande fatica, fisica e psicologica". Ma l'idea di mollare, dice, non l'ha mai sfiorata: "Sono 22 anni che vado avanti da sola. Aiutata sporadicamente da mio figlio". A conferma che qui sono ossi duri, anche per le zanne del lupo.

Capre e lupi

SEIDISERA 07.07.2023, 18:40

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