Sta facendo molto discutere in tutto il mondo alpino, quello svizzero italiano compreso, la vicenda del corridore 26enne, morto a causa dell'aggressione da parte di un orso nei boschi sopra Caldes, in Trentino. Sul fatto che la morte sia avvenuta a causa dell'aggressione del predatore non ci sono più dubbi dopo l'autopsia ordinata dalla Procura di Trento: lo sportivo era ancora vivo al momento dell'aggressione. E questo vuol dire che di fatto si tratta della prima uccisione di una persona da parte di un plantigrado sull'arco alpino da oltre un secolo a questa parte.
Una vicenda che ora potrebbe finire in tribunale. La famiglia del giovane ha infatti annunciato, come già scritto, l'intenzione di denunciare la Provincia autonoma di Trento e lo Stato italiano per aver reintrodotto gli orsi in Trentino.
Ma qual è la situazione in Svizzera e quanto è presente l'orso sul nostro territorio?
Attualmente non è chiaro se vi siano orsi in Svizzera. Gli ultimi avvistamenti noti risalgono infatti al 2022 - spiega alla RSI il direttore del Parco Nazionale Ruedi Haller: “Lo scorso anno sono stati due o tre gli orsi ad aver raggiunto la Bassa Engadina. Un passaggio - va sottolineato - di breve durata: gli animali sono rimasti in territorio retico solo per alcuni giorni”.
E per quanto noto, continua Haller, nel resto della Svizzera questo grande predatore non è arrivato. Gli esemplari che giungono da noi generalmente sono giovani e fanno quelli che possono esser definiti dei viaggi d'esplorazione. “Il territorio all'interno il quale si muovono sono le Alpi centrali e quindi è chiaro che passino anche dalla Bassa Engadina. Sono come dei percorsi tipici dei quali si è a conoscenza, come si sa pure da qual è la regione di partenza degli animali che raggiungono i Grigioni. Sono orsi che partono dal Trentino...”.
SEIDISERA del 08.04.2023 - Attacco mortale in Trentino, le considerazioni dell'etologo Enrico Alleva
RSI Info 08.04.2023, 17:15
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Ma quindi, chiediamo, è possibile che uno degli orsi ritenuti problematici arrivi anche da noi? “In teoria è possibile, ma - continua Ruedi Haller - è inimmaginabile che le autorità italiane restino con le mani in mano. Per quanto riguarda la Svizzera, i plantigradi osservati si son rivelati esser sempre molto schivi, difficili da osservare e non si sono mai avvicinati agli abitati. E questo anche perché sul nostro territorio si è ben organizzati per prevenire attacchi ad arnie e greggi, un aspetto molto importante se si vuole tener lontano l'orso dall'uomo. Ma naturalmente, un incontro non si può escludere a priori” aggiunge Haller.
Parliamo infatti di un grande predatore che si muove in zone nelle quali ci possono essere anche persone. “Per questo motivo - conclude Ruedi Haller - il Parco Nazionale Svizzero, come pure le autorità cantonali retiche, hanno preparato una documentazione per i suoi visitatori sul come comportarsi nel caso si dovesse incrociare un orso” conclude Haller.