Ticino e Grigioni

"Papo ho paura, andiamo via…"

Un papà racconta il terrore del figlio di fronte alle violenze avvenute ad Ambrì

  • 15 gennaio 2018, 12:26
  • Oggi, 02:56

"Papo ho paura che quelli lì arrivino fin qui da noi… Papo, ti prego: andiamocene via subito… Papo, io non voglio mai più venire alla partita". Ai microfoni di Albachiara, il nostro collega radio Nicola Lüönd ha raccontato il terrore vissuto da suo figlio di 8 anni di fronte alle violenze avvenute alla Valascia domenica.

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Scontri alla Valascia

Telegiornale 14.01.2018, 21:00

Il bambino era alla seconda partita della sua vita. Doveva essere una festa. Invece è stato un dramma. Invece dei sorrisi, le lacrime. “Un pianto a dirotto, angosciato” ha testimoniato ai microni di ReteUno il suo papà che, ripensando a quello cui hanno dovuto assistere tutti quelli che erano alla pista, esprime “incredulità, rabbia, disgusto e impotenza”.

Ecco il racconto e le riflessioni di Nicola Lüönd:

"C’è qualcosa di profondamente malato in una società dove la partecipazione ad uno spettacolo sportivo si trasforma in una minaccia, in un motivo di sofferenza e malessere per un bambino. Lo stadio, la pista come teatro per sfogare le proprie folli frustrazioni, dove forse pensare di essere protagonisti, personaggi così eroici da essere incappucciati e non identificabili, così coraggiosi da affrontare in minoranza uno stuolo di minacciose famiglie e tifosi a fine partita. E forse è una società ancora più malata se fra i balordi senza cervello della squadra romanda si sono mescolati – a quanto si sussurra - anche giovani che parlavano in perfetto italiano, di una tifoseria gemellata, giunti alla Valascia senza che alla partita prendesse parte la loro squadra del cuore".

"E allora cosa dico a mio figlio? Che quei balordi sono pochi, che in tanti anni non mi era mai successa di assistere ad una schifezza simile, che lo sport è altra cosa? Sì, certo, tutto questo ma sento che non basta per convincere e tranquillizzare un ragazzino di 8 anni. Dopo gli regalo una maglietta della sua squadra: chissà se riuscirò mai a fargliela indossare alla pista? Sono avvilito e nel contempo in collera ma anche un po’ spaventato dai pensieri che si fanno strada nella mia testa mentre mi sento dirgli: “tranquillo, quelli là devono solo provare ad avvicinarsi a te che ci penso io, mi trasformo e divento una bestia”. Il genitore pronto a tutto pur di difendere il proprio cucciolo".

Diem

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