Nonostante l'accordo raggiunto in primavera tra sindacati e Governo ticinese, la Rete per la Difesa delle Pensioni dei dipendenti pubblici (ErreDiPi) chiama a una nuova mobilitazione, la quinta dopo quelle tenutesi fra il 28 settembre 2022 e il 10 maggio di quest'anno. Gli affiliati all'Istituto di previdenza del Canton Ticino sono invitati a manifestare davanti a Palazzo delle Orsoline il 18 ottobre, in occasione di una seduta del Gran Consiglio.
Il Parlamento sarà infatti presto chiamato a discutere un messaggio governativo che per i futuri pensionati apre "prospettive meno fosche", ma chiede nuovi sacrifici. Rimangono inoltre criticità irrisolte, come ricorda il portavoce Enrico Quaresmini: "Ci si basa su un tasso di conversione non neutro. Chi pagherà il disavanzo supplementare? Ancora noi".
Con un gioco del Tangram la ErreDiPi prova a semplificare la comprensione di un problema particolarmente complesso, mostrando come "quello che viene pagato è decisamente superiore a quello che viene accreditato". Fra contributi ordinari ricevuti e riversati c'è un baratro di 300 milioni, un "risanamento occulto" a cui vanno aggiunti l'accantonamento ottenuto riducendo le rendite di vedovanza e la differenza fra i tassi di interesse promessi a suo tempo e quelli effettivamente applicati.
Il personale, insomma, secondo ErreDiPi sta già contribuendo a raddrizzare i conti ben al di là del 20% di taglio alle rendite, conseguenza del passaggio al primato delle prestazioni nel 2013.