In questi giorni di caldo l'isoterma di zero gradi si situa oltre i 4'500 metri. Quali le conseguenze per i ghiacciai alpini? Il Basodino, per esempio, ultimo ghiacciaio del Ticino, si trova a soli 2'900 metri.
"Negli ultimi anni ha perso circa un metro di spessore di ghiaccio all'anno, anche con estati particolarmente calde", ha spiegato il meteorologo Giovanni Kappenberger ai microfoni RSI, "È un po' come il frigorifero: se vuoi sbrinarlo non bastano 10 minuti, ci vuole più tempo perché l'energia necessaria è tanta".
Il glaciologo Giovanni Kappenberger
In altre parole, i conti si potranno fare solo a fine estate, ma finora non sta andando male: "La presenza della neve sul ghiacciaio fa da 'coperta' riflettendo quasi tutta la radiazione solare, e questo è un bene, perché appena fuoriesce ghiaccio più 'sporco', ecco che l'assorbimento di calore aumenta, e la funzione diventa più veloce". Il Basodino deve quindi ringraziare la neve scesa l'inverno scorso (che è stato tra l'altro uno dei più 4 più nevosi di sempre), e il fatto che la primavera sia stata molto fresca, ritardando il processo estivo di fusione del manto nevoso.
Glaciologi all'opera per misurare il manto nevoso nell'agosto del 2017
Secondo gli esperti, il ghiacciaio del Basodino ha comunque gli anni contati: è destinato a sparire entro il 2050. "A volte mi fanno notare", conclude Kappenberger, "che molti millenni or sono i ghiacciai erano molto più piccoli di oggi, ma io rispondo che la temperatura era in ogni caso più bassa di quelle che sperimentiamo attualmente".