Si aprirà il 3 giugno prossimo il processo contro il giovane che nel febbraio di un anno fa stuprò una ragazza al rientro dal carnevale. Lei era appena scesa dal treno, in una stazione del Bellinzonese. Il 24enne la notò, la seguì e, dopo averla trascinata dietro una siepe, la violentò.
In aula il 24enne, sostanzialmente reo-confesso, dovrà rispondere anche delle violenze inferte alla compagna, nel Locarnese. Il 15 gennaio del 2018 la minacciò con un coltello e tentò di strangolarla usando il cavo del computer. Un’aggressione figlia della gelosia, a cui si aggiungono (in precedenza e nello stesso periodo) vari soprusi di natura sessuale. E poi l’incendio che cercò di appiccare nel 2015 in Vallemaggia, quando lanciò una molotov contro il garage del rivale in amore.
Il giovane ha sempre sostenuto di essere stato posseduto da un Cerbero, capace di vincere ogni forma di controllo. La perizia psichiatrica allestita durante l’inchiesta parlava di un raro disturbo, con una scemata imputabilità di grado medio per lo stupro e di grado lieve per gli altri reati. Non convinto il giudice Amos Pagnamenta aveva ordinato però un secondo rapporto, affidato alla dottoressa Alessandra Canuto.
Il nuovo referto, appena consegnato, giunge a conclusioni meno favorevoli alla difesa. Per la violenza carnale (così come per il tentato omicidio) la scemata imputabilità sarebbe solo di grado lieve; nulla nel caso dell’incendio. I due esperti hanno espresso pareri diversi anche sul rischio di recidiva. Lieve per lo psichiatra Carlo Calanchini. Alto secondo Canuto, che propone il collocamento stazionario in una struttura adeguata.
Il dibattimento, della durata prevista di tre giorni, si terrà alle Assise Criminali. Contro il 24enne il procuratore pubblico Zaccaria Akbas chiederà una pena superiore ai cinque anni di carcere.
Nuova perizia
Il Quotidiano 02.03.2019, 20:00