Controlli giudicati spropositati, rifiuti e revoche di permessi per questioni ritenute minori. La questione, sollevata già due anni fa da sindacati e padronato e al centro di una puntata di Falò dell'anno scorso, è tuttora al vaglio della commissione della Gestione. A essa spetta l'alta vigilanza parlamentare sull'amministrazione ed è intenzionata ad andare a fondo sulle procedure applicate negli scorsi anni dal Cantone per rilasciare o rinnovare i permessi per stranieri.
In una procedura rallentata dall'emergenza Covid, l'anno scorso era stato sentito il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, che aveva fatto notare come le procedure dell'Ufficio della migrazione si fossero intanto adattate alla giurisprudenza. La settimana scorsa è stato il turno di padronato e sindacati e oggi, martedì, i commissari hanno tirato le somme e deciso di andare avanti.
Per Anna Biscossa, presidente della Gestione, "le audizioni hanno portato una serie di elementi che impongono di chiarire meglio se alcune difficoltà che si sono registrate sono ancora in vigore o se effettivamente tutto è stato risolto". Ieri in Gran consiglio, Gobbi è tornato sul tema rispondendo alle domande dei deputati, facendo notare come le cifre di quest'anno dimostrino già un adattamento della prassi.
La commissione intende ora anche coordinarsi con la commissione Giustizia e diritti, dove il tema è pure alla lente in seguito a una mozione del 2019 del deputato Matteo Quadranti (PLR).