L'Ufficio cantonale di sanità ticinese dal prossimo anno vedrà aumentare in modo molto importante la propria attività. Dal 1° gennaio la competenza a rilasciare l’autorizzazione ad esercitare a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, ai fornitori di prestazioni che esercitano in ambito ambulatoriale passerà infatti dalla Confederazione ai Cantoni. Il Consiglio di Stato, come reso noto lunedì, ha deciso di affidare il compito di valutare, decidere e vigilare sulla questione all’unità del DSS guidata da Patrizia Bottinelli Cancellara.
La novità, contenuta nella revisione della legge sull’assicurazione malattie (LaMal) approvata nel 2020, riguarda tantissime categorie di professionisti. In passato, per poter emettere le fatture nell’ambito della LaMal, dovevano rivolgersi alla società costituita dagli assicuratori malattia SASIS che, dopo gli accertamenti del caso, concedeva loro il numero di concordato. Si tratta di: medici, dentisti, farmacisti, chiropratici, levatrici, fisioterapisti, ergoterapisti, infermieri, logopedisti, dietisti, neuropsicologi, psicoterapeuti (solo dal luglio 2022), podologi (a titolo individuale o come società), ma pure le organizzazioni di cure e aiuto a domicilio, i laboratori, i centri di consegna di mezzi e apparecchi diagnostici o terapeutici, le case per partorienti nonché le imprese di trasporto e salvataggio e gli stabilimenti di cura balneare.
Dal prossimo anno in Ticino le nuove richieste (sono all'incirca 200 all'anno) andranno invece sottoposte all’Ufficio di sanità sul cui sito, a partire dal 15 dicembre, si troveranno maggiori informazioni sulla questione e i formulari per inoltrare istanza di autorizzazione.
La novità è stata decisa nell'ambito della revisione LaMal che ha fatto discutere soprattutto per un'altra novità: l'introduzione della possibilità di limitare il numero dei medici attivi sul territorio che andrà a sostituire la moratoria per l'apertura dei nuovi studi in vigore da ormai 20 anni. I cantoni potranno decidere se vogliono limitare il numero di medici per alcune specializzazioni o in determinate regioni, sulla base di un tasso di approvvigionamento regionale.