Ticino e Grigioni

Piste ciclabili: Pro Velo critica, il Cantone risponde

L’ufficio mobilità lenta: Si può fare meglio, ma ci siamo comunque mossi - Per l’associazione c’è bisogno di convinzione politica - Il 90% dei ticinesi si sposta con mezzi a motore

  • 4 gennaio, 18:50
  • 4 gennaio, 21:39
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Piste ciclabili, domande e risposte

Il Quotidiano 04.01.2024, 19:00

Di: SDS/Quot/Info RSI 

Ieri l’affondo di Pro Velo Suisse che, in un comunicato, ricordava come sia già passato un anno dall’entrata in vigore della legge federale sulle piste ciclabili, che impone di pianificare nuovi tracciati entro il 2027 e realizzarli entro il 2042: alcuni cantoni hanno preso la cosa sul serio, afferma l’associazione, altri devono cambiare marcia e mettere un rapporto più lungo.

Oggi il Quotidiano e Seidisera sono andati a sentire i chiamati in causa: le autorità cantonali, secondo cui si può sempre fare di più, ma in Ticino ci si è comunque mossi e prima ancora che lo dicesse la nuova legge.

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Piste ciclabili e ritardi: cosa si sta facendo?

SEIDISERA 04.01.2024, 18:31

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“Siamo a 370 km di percorsi segnalati con i cartelli rossi; vogliamo arrivare entro il 2030 a quasi 600 km” spiega il capo dell’Ufficio cantonale della mobilità lenta e del supporto, Tiziano Bonoli. “La nuova legge introduce nuovi concetti come le piste veloci che necessitano l’adattamento della politica cantonale, politica che però già andava nella direzione giusta”.

La morfologia del territorio ticinese non aiuta, specie nel Sottoceneri. C’è poco spazio e da questo spazio deve passare tutto. Ma anche qui ci sono esempi positivi: la passerella sul Vedeggio o le nuove piste in Capriasca. Aiuta invece l’esplodere del fenomeno delle bici elettriche, che rendono possibili percorsi impensabili 15 anni fa, anche se non bisogna dimenticare nella progettazione chi usa solo bici tradizionali.

Resta la questione della convinzione politica. Per Marco Vitali, di Pro Velo Ticino, “occorre fare una scelta di campo, dire chiaramente: favoriamo questo tipo di mobilità, perché quell’ altra – la mobilità tradizionale, motorizzata – è problematica. Bisogna cambiare, bisogna svoltare”.

L’ultima parola la lasciamo ai numeri e i numeri parlano chiaro: in Ticino il 90% della popolazione usa ancora un mezzo motorizzato per i propri spostamenti.

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