Poteva essere sanzionato già diversi anni prima l'ex funzionario del Dipartimento sanità e socialità ticinese (DSS), condannato nel 2021 per violenza carnale; gli estremi per farlo c'erano ben prima che emergessero elementi di natura sessuale. L'audit esterno, i cui risultati sono stati resi noti martedì in una conferenza stampa a Bellinzona, ha rilevato evidenti carenze nella gestione delle risorse umane nell'amministrazione ticinese.
La valutazione esterna doveva chiarire se qualcuno sapesse del comportamento dell'ex funzionario e non avesse agito correttamente. Ebbene, sono state riscontrate numerose lacune. Dal rapporto emergono criticità, ma anche raccomandazioni. Il Governo intanto non si esprime, e attende di conoscere i contenuti del documento.
L'inchiesta di Falò
Altri episodi raccolti nell'audit smascherano grosse lacune procedurali sulle quali il Cantone dovrà chinarsi. A cambiare le carte, è stato ricordato oggi, fu anche l'inchiesta di Falò sul caso. Ci si rivolse quindi a uno studio legale ginevrino, perché lontano dalle relazioni e dalle dinamiche politiche ticinesi.
Dadò: "Evidentemente qualche discrepanza c'è"
Insomma, se è ancora ampio il margine di manovra per migliorare una situazione carente, restano anche dubbi sulle conclusioni delle verifiche del Consiglio di Stato, che nel 2020 avevano confermato l'agire corretto dell'amministrazione cantonale in questa vicenda.
"Evidentemente qualche discrepanza c'è, tanto è vero che la Commissione ha chiesto di fare un audit indipendente, dato a uno studio esperto in questo settore. E le risultanze sono state presentate oggi", dice il presidente della Commissione della gestione del Parlamento ticinese, Fiorenzo Dadò che, nelle scorse settimane, aveva giudicato "preoccupante" il rapporto di 58 pagine redatto dai legali dello studio ginevrino a cui è stato affidato l'audit esterno.
Risultati dettagliati, tra i quali mancano però le motivazioni che hanno spinto alla lunga serie di procedure mancate o criticate. È questo il limite dell'audit, che non ha trovato risposte complete e sufficienti.
"È frustrante in tutti questi casi non potere avere la completa chiarezza, in modo particolare nei confronti delle vittime. Qui chiaramente, come oggi è stato spiegato dall'esperta, dal punto di vista procedurale ci sono delle grosse carenze che andranno evidentemente migliorate nel futuro, affinché casi del genere non avvengano mai più. E se dovessero avvenire, si potrà almeno risalire alle responsabilità", sottolinea Dadò.
Le proposte di miglioramento
Ed è la stessa esperta ad avanzare proposte di miglioramento. "Concretamente, le raccomandazioni dell'audit riguardano il miglioramento della direttiva concernente le molestie psicologiche, sessuali e le discriminazioni", ha spiegato l'avvocata Anne Meier, una degli esperti esterni a cui è stato affidato il dossier.
Alcuni dei correttivi sono già stati implementati dall'amministrazione cantonale a partire dal 2021, in particolare il sondaggio di soddisfazione sul clima di lavoro, la formazione del personale dirigente e la creazione di una piattaforma per raccogliere le segnalazioni.
Resta margine di miglioramento su altri fronti: l'applicazione di audit regolari da parte del controllo cantonale delle finanze. O ancora maggior rigore nel passaggio di consegne tra funzionari responsabili e nella gestione personale di ogni dipendente.
"Il caso dell'ex funzionario ha dimostrato un'incomprensione del concetto di molestie sessuali. Questo caso dimostra anche un'incomprensione da parte dei funzionari dirigenti, del loro ruolo di gestione e del loro obbligo di intervenire molto prima che si configurino reati penali", ha detto Meier.
Nel pomeriggio la RSI avrebbe voluto approfondire le novità emerse. Raggiunto al telefono, l'avvocato difensore dell'alto funzionario sottolinea la partecipazione del suo cliente all'audit esterno, ribadendo che non c'era nel suo agire la volontà di coprire nessuno. Per ulteriori commenti il legale aspetta di conoscere i contenuti del documento.
Un no comment per lo stesso motivo è giunto alla RSI dal capo della Sezione cantonale delle risorse umane. E lo stesso vale per il Governo: ancora non si sa quando si chinerà sulla questione. Dipenderà da quando riceverà il rapporto e da un suo coinvolgimento da parte della Commissione della Gestione o del Gran Consiglio. Alla conferenza stampa di martedì a Bellinzona non erano presenti Consiglieri di Stato.
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