Nessun accesso agli atti, ma un rapporto dettagliato su ognuno dei cinque procuratori pubblici “bocciati” dal Consiglio della magistratura. L’autorità di vigilanza lo ha consegnato la settimana scorsa alla Commissione Giustizia e diritti, che chiedeva appunto di poter consultare i loro dossier. Il compromesso raggiunto permetterà – si spera – di superare lo stallo creatosi nella tormentata vicenda del rinnovo delle cariche.
Passi avanti anche sul fronte dei candidati esterni. In totale sono quasi una ventina, tra coloro che avevano partecipato al concorso in primavera e quelli annunciatisi dopo la sua riapertura. Tutti sono ormai passati al vaglio della Commissione di esperti indipendenti, chiamata a indicare, alla “Giustizia e diritti”, chi è idoneo e chi non lo è. Soltanto otto (quattro dei quali già attivi in magistratura) avrebbero superato l’esame.
Gli altri sono stati invitati a ritirare la propria candidatura. Inclusa la vice-cancelliera del Tribunale penale cantonale, oggetto del messaggio “What’s app” inviato dal giudice Mauro Ermani al procuratore generale Andrea Pagani. Da notare che, non più tardi di un paio di anni fa, la stessa Commissione di esperti l’aveva ritenuta idonea. Anche su un altro candidato ci sarebbe stata la medesima “inversione di rotta”.
La giurista si è ritirata dal concorso. Ma tra le persone estromesse dalla corsa ci sarebbe pure chi intende chiedere, invece, di essere risentito dal gruppo di esperti. Intanto il tempo stringe. La “Giustizia e diritti”, che tornerà a riunirsi lunedì prossimo, dovrà formulare al più presto le sue proposte. L’elezione in Gran Consiglio è prevista a metà dicembre.
L'elezione dei procuratori
Il Quotidiano 02.11.2020, 20:00