La migrazione continua a essere un tema nonostante Berna, nei giorni scorsi, abbia comunicato il calo, lo scorso anno, delle domande d’asilo e una diminuzione è prevista anche in futuro. Pure in Ticino si parla di prima accoglienza dei richiedenti l’asilo, con la politica che si dice preoccupata per la presenza di uomini e donne sul territorio. Di ieri, martedì, è l’annuncio che i minorenni non accompagnati verranno trasferiti da Paradiso al centro Ulivo di Cadro.
Ma come si presenta la situazione odierna? Fatti due calcoli, ha potuto appurare SEIDISERA in un approfondimento, nel 2025 verranno attribuiti al Canton Ticino circa 480 nuovi richiedenti l’asilo, in calo ma comunque quasi il doppio rispetto agli anni 2017-2021 che erano considerati un periodo “tranquillo”.
Stiamo parlando di prima accoglienza, ovvero quella fase di presa a carico da parte delle autorità, che dura almeno un anno, prima dell’alloggio in appartamenti (nei numeri citati non sono considerati i profughi ucraini). Un tema attualmente molto discusso è quello dell’alloggio in alberghi e pensioni. La scorsa estate pareva un’opzione chiusa, dopo le discussioni attorno al Motel di Vezia il cui contratto d’accoglienza in ambito d’asilo era stato rescisso dal Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) dopo circa un anno e mezzo. Di recente la Lega ha chiesto spiegazioni su un possibile alloggio a Rovio, l’UDC a Brissago.
Sembra, insomma, di tornare indietro di 15 anni quando a causa di un’impennata nella domande d’asilo il DSS aveva dovuto ricorrere ad alloggi improvvisati in alberghi e pensioni. Una soluzione che, secondo gli stessi addetti ai lavori, non favoriva l’integrazione e andava abbandonata a favore di centri cantonali. Perché allora si è tornati alle pensioni? “ Da ormai più di due anni i posti letto nelle strutture ordinarie non permettono di far fronte a tutte le persone che vengono attribuite al Canton Ticino - risponde ai microfoni della RSI Renzo Zanini, capo dell’Ufficio cantonale dei richiedenti l’asilo -. È quindi necessario collocare queste persone in soluzioni d’alloggio temporanee. È però cambiata la presa a carico che, oggi, nella prima fase dell’integrazione è molto più intensiva. Si pone l’accento sull’inserimento sociale e professionale delle persone, anche tramite l’apprendimento della lingua italiana”.
Questo lavoro lo fa la Croce Rossa, che non fa mistero di avere poche risorse per arrivare in zone discoste. Attualmente ci sono circa 500 richiedenti l’asilo in una quindicina di strutture temporanee, la maggior parte sono pensioni. “È chiaramente più complicato rispetto a una presa a carico in grandi strutture in aree più centrali - conferma Zanini -. È anche più difficile farlo con le risorse più limitate di cui dispone la Croce Rossa, la quale riesce però a fare un lavoro molto importante e assolutamente di qualità”.
Da parte sua il Cantone resta sempre alla ricerca di un terzo centro cantonale, ma al concorso indetto lo scorso autunno non ha risposto nessuno considerato idoneo. Questa soluzione quindi per il momento sembra piuttosto lontana. In autunno, a Camorino, aprirà invece il centro che ha sostituito il discusso bunker che in passato dava alloggio ad alcuni migranti. Sono previsti almeno altri 130 posti (che poi diventeranno circa 170). Sommati al leggero calo delle attribuzioni significa che probabilmente qualche pensione verrà chiusa. Si comincerà, secondo quanto riferito dallo stesso capoufficio, dalle soluzioni più piccole, che non funzionano o che sono troppo care. Dietro ogni spostamento però ci sono delle persone: “Il benessere delle persone - sottolinea in conclusione Zanini - è l’elemento centrale del nostro lavoro. Purtroppo le soluzioni di cui disponiamo e le risorse che sono messe a nostra disposizione sono limitate e molte volte siamo costretti a prendere delle decisioni che non sono assolutamente facili. Men che meno da veicolare da parte della Croce Rossa, che deve poi spiegare alle persone perché vengono prese delle decisioni che hanno un impatto diretto sulle loro vite. Di questo siamo molto ben consapevoli”.
Muoversi spesso non è semplice, domani, ad esempio, è prevista una manifestazione a Cadro (dove le famiglie che abitano lì verranno spostate per lasciare spazio ai minorenni non accompagnati).
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