Ticino e Grigioni

Quale futuro per la politica agricola?

Esperti riuniti a Bellinzona per discutere di garanzie di approvvigionamento, protezione di ambiente e animali, maggiore valore aggiunto sostenibile

  • 25 gennaio, 20:46
  • Ieri, 08:43
03:11

Politica agricola, la strada tracciata da Berna

Il Quotidiano 25.01.2025, 19:00

Di: QUOTIDIANO/M.R. 

Garanzie di approvvigionamento, protezione di ambiente e animali, maggiore valore aggiunto sostenibile. I pilastri della futura politica agricola svizzera sabato sul tavolo degli esperti. Per i contadini ticinesi occorrono regole non solo calate dall’alto.

Gli Orientamenti strategici della politica agricola federale con orizzonte al 2050 sono stati approfonditi e discussi sabato dagli esperti riuniti a Bellinzona: dal garantire un approvvigionamento alimentare resiliente al promuovere una produzione rispettosa di clima, ambiente e animali, al generare più valore aggiunto sostenibile, fino al favorire un consumo sostenibile e sano.

Quale futuro per la politica agricola? Cosa fare se - con l’obiettivo di un’agricoltura sostenibile ed ecologica - si vogliono valorizzare risorse naturali, biodiversità e fertilità del suolo? L’associazione dei tecnici agricoli e alimentari, con l’associazione svizzera degli ingegneri agronomi, ha voluto discutere del rapporto approvato lo scorso autunno dal Consiglio Federale, che mette le basi su cui costruire la nuova politica agricola, non solo dopo il 2030 ma addirittura fino al 2050. Che mira, appunto, a garantire sempre l’approvvigionamento alimentare, una produzione rispettosa di ambiente e animali e a favorire il consumo sostenibile e sano.

“Questi obiettivi da una parte vogliono fare in modo che non non più solo le aziende agricole si facciano carico e siano toccate dalla politica agricola ma che tutti gli attori della catena del valore partecipino al raggiungimento degli obiettivi, anche andando a coinvolgere il consumo e la trasformazione e il commercio al dettaglio”, dice alla RSI Mauro Ryser, collaboratore dell’Ufficio federale dell’Agricoltura.

Obiettivi che vogliono comunque, per gli agricoltori, snellire le procedure amministrative. “Abbiamo bisogno per il futuro una politica agricola più semplice, che orienti gli scopi e con meno burocrazia per i contadini. Una politica che li compensi - una volta raggiunti determinati obiettivi - dando loro più autonomia nelle decisioni. E’ a grandi linee ciò che si vuole per una migliore politica agricola”, spiega per parte sui ai microfoni del Quotidiano Robert Finger, professore di agroeconomia al Politecnico di Zurigo.

Il presidente dell’Unione contadini ticinesi condivide gli scopi del nuovo progetto, pur non nascondendo una certa diffidenza... “Lasciare così tanta libertà d’azione può essere un bene. Dunque ogni azienda potrà veramente costruirsi la sua strategia aziendale. Tutto dipenderà da cosa poi, tutta una serie di ambienti attorno all’agricoltura (ecologisti, ambientalisti, animalisti e quant’altro) verranno a mettere il naso, a voler inserire misure per poter ottenere poi determinati contributi e questo porterà alla fine un risultato che sarà un mix del nuovo col vecchio e dunque non ne uscirà probabilmente nulla di buono. Però voglio essere positivo e sperare che si riesca a trovare un compromesso corretto che permetta a tutti di essere almeno parzialmente contenti”, dice Omar Pedrini, presidente Unione Contadini Ticinesi.

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