Uno schianto con una direttrice quasi verticale contro la montagna: si riassumono così gli ultimi momenti dello Junckers 52 precipitato sabato sul Piz Segnas, nei Grigioni, costati la vita ai 17 passeggeri (15 svizzeri e una coppia di austriaci) e 3 persone dell'equipaggio (due piloti e una hostess) a bordo di un velivolo d'epoca che aveva quasi 80 anni.
Si tratta della più grave tragedia nei cieli svizzeri dopo lo schianto dello Jumbolino Crossair, avvenuto il 24 novembre 2001 a Bassersdorf (ZH), in cui morirono 24 delle 33 persone a bordo.
I resti del Ju 52 schiantatosi sabato sopra Flims, nei Grigioni
I responsabili hanno evidenziato che l'incidente non è stato provocato dallo scontro con ostacoli, come cavi o un altro aereo, ma a parte queste poche certezze rimane il mistero sulla causa della tragedia.
L'ultima gita
Il gruppo di viaggiatori che si trovava sull'aereo aveva trascorso le ultime ore prima di partire, proprio in Ticino. Per alcuni ristoratori, i viaggi organizzati dalla JU-Air, che gestisce i velivoli d'epoca, erano una consuetudine.
Le fasi della tragedia
"Hanno mangiato tranquillamente, hanno fatto il solito menù, perché sono dei giri organizzati", ha raccontato alla RSI Fiorella Lupi dell'Antico Grotto Fossati di Meride, dove la comitiva composta quasi interamente da svizzero tedeschi ha fatto tappa venerdì. "Sono sempre gruppi diversi, è sempre uguale la hostess, la signora che li accompagna. Questa volta c’erano una metà over 60 e una metà un po’ più giovani, sui 50", ha aggiunto. Il programma del tour prevedeva anche una breve tappa oltre confine. "Da più di dieci anni venivano sempre nello stesso periodo. La notizia mi ha lasciato mortificato, mi dispiace proprio tanto", ha detto Giancarlo Achini del Crotto del Lago di Porlezza, dove è stato servito l'ultimo pranzo.
Lo Ju-52, detto anche "Tante Ju"
Soprannominato durante la Seconda Guerra Mondiale Tante Ju (zia Ju) dalle forze dell'Asse e Iron Annie dalle truppe alleate, lanciò i parà nei Paesi Bassi, a Creta e successivamente nelle Ardenne. Trasportò i rifornimenti alle truppe in Africa del Nord, a Stalingrado e nelle regioni baltiche.
Un aereo che ha fatto la storia
Lo Ju-52 era comunque lento e poco attrezzato militarmente in confronto ai caccia; di conseguenza, soffrì molte perdite, particolarmente durante la Battaglia di Creta e a Stalingrado.
Uno schianto difficile da spiegare
“È uno degli incidenti più incredibili che io ricordi" - afferma Gianbeato Vetterli, presidente di Volaticino e organizzatore degli air show di Ambrì - "In generale quando si verifica uno schianto, si presentano rapidamente degli indizi per stabilire cosa è successo, ma in questo caso non si riesce a trovarne. Il tempo era bello, la macchina era in perfetto stato, i piloti avevano una grande esperienza…”
RG 07.00 del 06.08.2018: l'intervista di Paola Latorre all'esperto Gianbeato Vetterli
RSI Info 06.08.2018, 12:37
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Gli aerei d’epoca come lo Ju-52 precipitato nei Grigioni, ricorda Vetterli, che tra le altre cose è cofondatore della P-3 flyers, pattuglia acrobatica civile ticinese che vola con i vecchi Pilatus, “sottostanno alle stesse regole delle macchine più moderne”. Da un punto di vista puramente del volo, “essendo macchine più semplici, si riesce in generale sempre, anche se si dovessero spegnere i motori, a continuare il volo; qui invece sembra che il velivolo abbia incocciato direttamente la montagna”.
L'ipotesi del cedimento strutturale
La revisione era stata fatta, ma "attenzione" - ha affermato
Antonio Bordoni, esperto di aviazione militare e responsabile del sito Air-accidents.com
. Le cosiddette cricche, microlesioni invisibili a occhio nudo, sono rilevabili solo con strumenti elettronici. Bordoni ha anche rilevato come "17 persone su un aereo simile, che si spostano contemporaneamente - ad esempio - per vedere il panorama, possono creare problemi di equilibrio all'aereo".
RG 12.30 del 06.08.18 - L'intervista di Veronica Alippi ad Antonio Bordoni
RSI Info 08.08.2018, 16:11
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"Nel 90% dei casi è il fattore umano"
Gli aerei d'epoca non sono più pericolosi e non sarebbe corretto sconsigliare ai passeggeri di salirvi a bordo: lo afferma Ronan Hubert, specialista di incidenti aerei che gestisce il sito internet BAAA, una banca dati sull'argomento. I velivoli come lo Ju-52 presentano rischi diversi da quelli normali, ma non più elevati, ha spiegato Hubert. Come in altri ambiti, "non è perché si è vecchi che si è in cattiva salute", sintetizza l'esperto.
Un vecchia foto dei Ju-52 della Ju-Air
Nel 90% degli incidenti la causa è legata al fattore umano: questo non vuol dire comunque che sia il caso nella sciagura di Flims, aggiunge il 46enne.
Non è stata la canicola
Riguardo all'influsso della canicola, ipotizzata in prima battuta da alcuni come possibile concausa dell'incidente, Hubert sottolinea che "il velivolo volava a 2'500 metri e non è veramente caldo a quella altitudine, anche considerando che le temperature sono più elevate che normalmente. Ho già volato con lo Ju-52 in Sudafrica e la canicola non è mai stata un problema". In tutti i casi "occorre considerare che un incidente è multifattoriale", vi sono sempre diverse cause che concorrono a spiegano il sinistro.
L'aereo storico può trasportare fino a 17 passeggeri
Dello stesso parere Vetterli: “Il caldo gioca sempre un ruolo in aviazione, ma i piloti lo sanno gestire. Il caldo ha implicazioni sui voli ma non negli incidenti…”. Ad un’altezza di 3'000 metri, quella a cui volava l’aereo, “non ci sono problemi di ossigeno o di pressione; la macchina non era pressurizzata ma non ce n’era bisogno”, conclude Vetterli.
Quando l'aereo va in stallo
Secondo Hansjörg Egger, specialista d'aviazione, tutto fa pensare che il velivolo sia andato in stallo. Questo può succedere quando la velocità è troppo bassa, per esempio durante una curva stretta. In montagna lo Ju-52 vola a quote basse rispetto al suolo: in caso di stallo non rimane più il tempo necessario per riprendere il controllo dell'apparecchio.
Un Ju 52 come quello precipitato sabato
Ancora tutti da determinare sono però i motivi che avrebbero potuto portare a un eventuale stallo. Il fatto che i piloti non abbiano segnalato alcuna situazione d'emergenza fa ritenere che tutto si sia svolto in modo brusco e rapido, spiega Egger. In caso di problemi ai motori piloti esperti come loro avrebbero sicuramente annunciato per radio il problema e avrebbero provato ad atterrare con il velivolo in una zona relativamente piatta. "Lo Ju-52 è in grado di volare per un certo tratto come un aliante se tutti e tre i motori sono fuori uso". Il velivolo non disponeva di sistemi di registrazione dei dati, ma si sa che sussistono diverse testimonianze oculari.