Le foto private di diverse decine di ragazze ticinesi, in costume ma anche nude, con tanto di nome e cognome, dunque riconoscibili. Centinaia di immagini, raccolte su Dropbox. Ci si arriva, come ha anticipato Ticinonline, tramite un link che circola via Whatsapp. E lo stesso portale ha denunciato il tutto sia alla polizia cantonale che al Centro cantonale di risorse didattiche e digitali.
"E’ sconvolgente. Si tratta di diverse cartelle con i nominativi della ragazze e contenuti immagini e video. Alcune sono foto riprese dai profili su Facebook. Altre invece sono foto molto, molto osé. Si può supporre che il database sia stato creato da un gruppetto di ragazzini", spiega Daniele Parenti, direttore del Centro, che per mandato deve occuparsi dell’integrazione della tecnologia digitale nella scuola ticinese. "Temo che questi dati da qualche parte ci siano ancora. E ciò, pensando a queste ragazzine, può essere molto, molto pericoloso", aggiunge.
"Abbiamo ricevuto la segnalazione da un giornalista e l’abbiamo trasmessa ai colleghi del gruppo criminalità informatica che hanno fatto i primi accertamenti. E nel primo pomeriggio abbiamo visto che il link che conteneva le immagini non era più accessibile", conferma Renato Pizolli della polizia cantonale, che sul caso ha aperto un fascicolo.
joe.p.
Dal Quotidiano:
CSI 18.00 del 25.01.16 - Il giornalista informatico Paolo Attivissimo, al telefono con Francesca Torrani