Rave illegale alla diga, "intervento adeguato"

La polizia cantonale grigionese non aveva motivo di intervenire in modo in diverso da quanto ha fatto dopo aver avuto notizia che alla diga della Roggiasca nel weekend del 26-27 novembre si stava svolgendo il rave illegale al quale era presente anche la 19enne ticinese morta, dopo essere stata lasciata davanti all'ospedale San Giovanni di Bellinzona da altri partecipanti alla festa non autorizzata. Lo sottolinea il Consiglio di Stato retico che lunedì ha risposto all'interpellanza sui fatti presentata dalla granconsigliera Eleonora Righetti e sottoscritta da una trentina di altri deputati.

"Siccome l'evento si stava svolgendo in modo pacifico, non era giunta alcuna richiesta da parte del comune, e non vi erano segnalati disturbi da parte della popolazione, da parte della polizia cantonale non vi era motivo per intervenire ulteriormente", afferma il Governo, secondo il quale le attuali basi giuridiche sono adeguate.

In seguito, "dopo la ricezione della notifica dell'ospedale di Bellinzona relativa al ricovero di una giovane donna priva di sensi", la polizia cantonale si è attivata prendendo "tutte le misure di ricerca e investigative necessarie" sulle quali si basa il procedimento penale in corso.

In termini generali, secondo Coira, "misure di educazione e sensibilizzazione, nonché la creazione di luoghi in cui i giovani possano incontrarsi indisturbati e legalmente e in cui sia a disposizione anche un'offerta di consulenza a bassa soglia che rafforzi la loro responsabilità, sono più sensati rispetto a ulteriori divieti".