Il virus della dengue, presente nei Paesi sub-tropicali, si sta diffondendo con una certa rapidità anche in Europa, in particolare in Italia, Spagna e Francia. La chiamano anche malattia “spacca-ossa” oppure “la febbre degli spiriti maligni”. Ma la dengue è davvero maligna? Dobbiamo preoccuparci della sua diffusione in Europa?
“Non è che dobbiamo preoccuparci in maniera importante in Ticino – risponde il medico cantonale Giorgio Merlani –. È comunque una malattia problematica, che si sta diffondendo in alcuni Paesi del Sud America. Il grosso problema della dengue è che generalmente la prima infezione è abbastanza benigna, mentre la re-infezione può causare una malattia anche severa. Dal punto di vista della salute pubblica è soprattutto la re-infezione che spaventa”.
I sintomi sono febbre alta, dolori muscolari e articolari, mal di testa, nausea e vomito.Trasmessa dalla zanzare Aedes nei Paesi subtropicali, oggi la dengue si propaga da noi attraverso la puntura delle zanzare autoctone. Ed è forse questo fatto a preoccupare di più, perché essere punti nei Paesi in cui è diffusa sta nell’ordine delle cose.
“È nell’ordine delle cose ma si può anche evitare, proteggendosi con misure che conosciamo tutti: dormire sotto la rete, abiti lunghi e chiari e mettere i repellenti”, spiega Giorgio Merlani. Ma quali sono le zanzare che trasmettono la dengue da noi? “La zanzara tigre fa parte di quelle famiglie di zanzare che possono trasmettere anche la dengue ed è proprio questa la nostra preoccupazione”.
La zanzara tigre è ormai largamente diffusa nelle città europee. A destare una certa preoccupazione è Parigi, dove le Olimpiadi attireranno milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo.
“Parlando di Paesi a rischio si pensa sempre ai Paesi tropicali e quant’altro. – afferma Merlani –. Quest’anno nell’area di Parigi, durante il periodo delle Olimpiadi, occorrerà fare un po’ più di attenzione. Ci saranno moltissime persone che vengono dai posti più disparati e ci sono anche lì zanzare in grado di trasmetterlo. In definitiva direi che, se dovessi andare alle Olimpiadi, mi proteggerei come se dovessi andare in vacanza in Brasile”.
La raccomandazione a chi torna da un Paese a rischio o ha il sospetto di aver contratto la malattia è di rivolgersi senza indugio a un medico.