È stato un percorso a ostacoli, l'incontro tra i sindacati UNIA e OCST e la direzione di SMB, oggi, venerdì, a Biasca. Questo perché ai 22 dipendenti della società che fabbrica componenti meccanici per veicoli militari, ferrovie, funivie, aeronautica e altre aziende attive nel campo dell'energia era appena stata inoltrata la disdetta cautelativa del contratto collettivo di lavoro.
Al centro dell'incontro, l'informazione su un possibile acquirente dell'azienda che permetterebbe di non chiudere a fine anno. In trattativa per l'acquisto c'è infatti una holding con sede nel grigione italiano, guidata da imprenditori svizzeri e italiani.
Igor Cima, del sindacato UNIA spiega però che "questo gruppo sembra sia interessato a rilevare l'azienda, ma mette già delle condizioni rispetto al contratto collettivo di lavoro. Noi non abbiamo accettato". Il sindacalista aggiunge poi che "abbiamo chiesto di ritirare la disdetta e prolungare il termine per l'inoltro".
Detto, fatto. Il termine è stato prorogato al 30 novembre. Ora si tratta di incontrare anche il nuovo - possibile - acquirente. Claudio Isabella, del sindacato OCST speiga che "sono già state messe delle basi, è giusto che possiamo discutere direttamente con chi vorrebbe in caso prendere in mano l'azienda".
Il presidente del consiglio di amministrazione della SMB, Alessandro del Re sottolinea che il compratore è "un investitore finanziario che rappresenta un portafoglio in cui ci sono realtà industriali. Non è una persona estranea al mondo industriale. Non è un concorrente. In realtà non è nuovo: è l'acquirente potenziale con cui abbiamo discusso durante l'estate. Già la settimana prossima si procederà con uno sviluppo di questo discorso".
Si parla di 10 fino a 12 milioni di franchi per l'acquisto e altrettanti per gli investimenti. Se non andrà in porto l'azienda chiuderà il 31 dicembre, dopo 50 anni di attività in Riviera. Dopo l'annuncio delle difficoltà, la scorsa primavera, e l'annuncio di cessazione delle attività, che era previsto già per lo scorso luglio, una ventina di impiegati ha già trovato lavoro altrove.
CSI/APe