Lo scorso anno in Ticino sono state presentate 63 denunce di scomparsa persona alla polizia cantonale. In oltre la metà dei casi – 33 per la precisione - si trattava di minorenni. Erano 16 nel 2020, 24 nel 2021. È il dato più alto degli ultimi anni, ad eccezione del 2017 quando erano state presentate 35 denunce.
Numeri importanti per una regione tutto sommato piccola come la nostra. "Il fatto che i casi siano in aumento o addirittura in netto aumento è estremamente preoccupante", afferma Ilario Lodi di ProJuventute che sottolinea come vi sia la necessità di far prevenzione, di cogliere i segnali prima che questi giovani prendano la decisione di sparire.
Questo non è sempre possibile e molte volte si interviene con la ricerca della persona in fuga. Ma come si procede in questi casi? Il Servizio comunicazione della Polizia cantonale ha fornito qualche dettaglio sul tipo di dispositivo che viene messo in atto quando scompare una persona e, appunto, quando scompaiono minorenni.
La prima cosa da stabilire è il motivo della scomparsa e appurare che non ci sia il coinvolgimento di terze persone. Le informazioni iniziali sono importantissime: bisogna capire se chi si è allontanato aveva con sé un telefonino, quali sono i luoghi frequentati di solito, se soffre di qualche malattia (magari di depressione) o se la persona ha vissuto momenti traumatici di recente. “A volte - spiega la polizia - ci sono persone che semplicemente vogliono prendersi una pausa di riflessione. In altri casi le fughe rappresentano dei chiari atti dimostrativi”.
A livello operativo parte subito una segnalazione alle pattuglie dislocate in tutto il cantone, in modo da allargare la ricerca a tutto il territorio, e se necessario alle autorità di altri cantoni e altre nazioni. Per esempio, tramite il Centro di cooperazione di polizia e doganale di Chiasso per quanto riguarda l'Italia, o l'Interpol. E poi se necessario si possono coinvolgere altri enti di soccorso, dal soccorso alpino alla REGA. In alcuni casi può anche intervenire la scientifica.
Infine, può essere chiesto anche il coinvolgimento dei cittadini attraverso gli avvisi di persona scomparsa, ma sono le famiglie a decidere. Si tratta di uno strumento molto utile anche perché l'avviso resta pubblicato fino a quando il caso non viene chiuso. E può capitare - è già capitato - che a distanza di anni emergano informazioni importanti, magari perfino provenienti dall'estero, grazie proprio a queste segnalazioni.
Gli addetti ai lavori avvertono però che il sistema può presentare anche qualche controindicazione, come il rischio di emulazione, soprattutto tra i giovani, oppure la divulgazione di informazioni sbagliate o denigranti magari nei confronti della persona scomparsa o della sua famiglia. Secondo Lodi però è molto più rischioso non parlarne: "In Francia quando ci sono situazioni di questo genere vengono adottate delle misure come per esempio la segnalazione sui pannelli autostradali. Questo ha degli effetti a mio avviso positivi sui ragazzi, che potrebbero aver interpretato in maniera sbagliata la disattenzione nei loro confronti".
E proprio ieri, venerdì, è passata una settimana dalla sparizione di due ragazze di 13 e 15 anni da Orsolina. Una sparizione che desta preoccupazione e per cui è stato lanciato un appello anche dallo storico programma televisivo "Chi l'ha visto". "C'è una grandissima rete di collaborazione con gli inquirenti soprattutto per quanto riguarda le scomparse di minori. È chiaro che poi ognuno fa il proprio mestiere e noi facciamo le inchieste in piena autonomia", spiega alla RSI Federica Sciarelli, giornalista e conduttrice della trasmissione da quasi vent'anni. Nel caso citato, Sciarelli pur sottolineando l'importanza di "muoversi subito, immediatamente, perché va tutto veloce", parla di una scomparsa a suo dire "non preoccupante. Per carità sono due ragazzine, che però sono andate via insieme. Insomma un po' una fuga da giovani inquiete".