Scomparso? Non era rientrato in carcere

Ha suscitato interrogativi un recente avviso di ricerca di persona diramato dalla polizia cantonale ticinese e poi ritirato entro breve tempo in seguito al ritrovamento dell’uomo: la persona in questione, infatti, era incarcerata allo Stampino e non era rientrata da un congedo durante il quale - ma su questo aspetto la polizia sta ancora procedendo ad accertamenti - avrebbe anche commesso dei reati.

Ma perché è stato emanato l’avviso se si trattava di un detenuto? È una situazione inusuale ma non nuova. Ci sono infatti dei precedenti. La diffusione è legata anche alla volontà della famiglia: quando formalizza la scomparsa, il passo che formalmente dà avvio alle ricerche - ha spiegato in forma scritta la polizia - essa deve compilare un formulario. L’informazione viene quindi trasmessa alle pattuglie sul territorio del cantone e ai valichi. I famigliari - o chi detiene l’autorità parentale - devono anche scegliere se rendere l’informazione pubblica con una richiesta ai media, cosa che in questo caso è stata fatta.

Per maturare il diritto al congedo bisogna aver scontato almeno un terzo della pena, aver tenuto un buon comportamento e aderito al piano di risocializzazione concordato. Non devono sussistere inoltre un rischio di fuga o di recidiva. Il mancato rientro ha avuto conseguenze per l’uomo, come qualsiasi altra violazione commessa in congedo. Come spiegato dal direttore delle strutture carcerarie Stefano Laffranchini, il consumo di alcolici comporta la privazione di altri permessi per due mesi e quello di stupefacenti potrebbe comportare il reintegro nel carcere chiuso, che è invece automatico se i termini per il rientro non vengono rispettati.