Ticino e Grigioni

Accoltellò l’amico, condannata a 3 anni

Pena sospesa in favore di un trattamento terapeutico per la 27enne, ritenuta colpevole di tentato omicidio per dolo eventuale

  • 2 ore fa
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Notte con droga e accoltellamento

Il Quotidiano 29.07.2024, 19:00

  • Immagine d'archivio Tipress
Di: Seidisera/Quotidiano/RSI Info

La Corte delle assise criminali di Lugano ha condannato a tre anni di detenzione, con una pena sospesa in favore di un trattamento terapeutico in una struttura chiusa, la 27enne che ha ferito un amico con un coltello durante una lite nel suo appartamento a Pregassona. L’episodio, avvenuto lo scorso 25 ottobre, ha visto l’imputata e l’uomo consumare droga insieme prima della violenza. Presenti quella notte anche altre tre persone, che si sono però dileguate nel momento in cui è scoppiata la discussione fra i due.

La giovane è stata giudicata colpevole in via principale di tentato omicidio per dolo eventuale. Secondo la Corte, con il colpo di coltello al collo la ragazza si è assunta il rischio di poter uccidere il conoscente, pur non desiderandolo. Durante il processo l’accusa e la difesa hanno esposto versioni contrastanti sui fatti. La prima ha sostenuto che i colpi, inferti alla parte superiore del corpo, fossero volontari e pericolosi. La difesa, invece, ha argomentato dichiarando che questi sono stati sferrati a caso per liberarsi dalla morsa dell’uomo, il quale si rifiutava di lasciare l’appartamento nonostante le ripetute richieste della donna.

La pena inflitta è stata inferiore rispetto a quanto richiesto dall’accusa, ovvero quattro anni e tre mesi. La difesa, per contro, aveva chiesto al massimo tre anni. Entrambi le parti hanno però concordato sulla necessità di cure per la 27enne, piuttosto che il carcere.

Il processo ha messo in luce aspetti profondi della vita dell’imputata, inclusi i suoi problemi psichici e di dipendenza, come evidenziato da una perizia psichiatrica che parla di problemi della personalità e difficoltà a completare il tirocinio da cuoca. Durante l’interrogatorio, la giudice Francesca Verda Chiocchetti ha chiesto alla ragazza quanto fosse consapevole dei suoi disturbi e del crescente consumo di droghe pesanti nell’anno prima dell’arresto. L’avvocata difensore ha concluso con un appello alla speranza: “Questo processo deve essere la scossa per lasciarsi alle spalle una vita di disagi e difficoltà”.

La difficoltà di riuscire a uscire dalle dipendenze

SEIDISERA 29.07.2024, 18:19

  • RSI

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