Sempre più Airbnb in Ticino, ma i controlli non sono facili

Il fenomeno degli alloggi privati per turisti, in Ticino, prende sempre più piede ma si rivela, per ora, anche piuttosto sommerso. Un anno fa entrava in vigore la modifica della legge sul turismo che impone ai proprietari di alloggi di iscriversi all’apposita piattaforma dell’Agenzia turistica ticinese. Piattaforma che attualmente conta 3'000 alloggi.

Si tratta perlopiù di case e appartamenti presenti sulle piattaforme come Airbnb e booking.com, il cui controllo di identità spetta ai comuni, ma non senza problemi.

A Bellinzona, spiega alla RSI Simone Gianini, capo del Dicastero territorio e mobilità, “questi alloggi sono circa un centinaio, per noi il tema ha quindi un’importanza relativa”. Numeri più alti a Lugano, dove in un anno sono state approvate 300 richiese, spiega Sandro Montorfani, aggiungendo tuttavia che: “Ci sono altri 150 casi che dovranno seguire una procedura più lunga, che prevede anche la presentazione di una domanda di costruzione, da pubblicare per dare eventualmente al vicinato la possibilità di interporre opposizione”. A Locarno, invece, le iscrizioni sono state circa 220 e le verifiche 59.

Una questione spinosa è anche quella del rapporto tra i turisti e il vicinato. “Abbiamo avuto segnalazioni di disturbi generati dall’andirivieni diverso da quello di chi abita in un’unità abitativa”, spiega Montorfani. Gianini aggiunge che nei casi più delicati toccherà “alle assemblee condominiali trovare le soluzioni”.

Per quanto riguarda i controlli, Montorfani auspica che la verifica “avvenga automaticamente tramite l’impossibilità di annunciarsi su una piattaforma se non si beneficia, per esempio, di un numero identificativo”.