Sì all’eccezione ticinese, che rappresenta una prima svizzera. La Confederazione ha approvato la richiesta del Canton Ticino: il cinghiale non avrà più un periodo di protezione e potrà così essere cacciato anche da marzo a luglio. La deroga alla legge sulla caccia sarà valida per due anni.
La richiesta ticinese è una delle misure di prevenzione in vista del potenziale arrivo sul territorio della peste suina africana. La malattia continua infatti a preoccupare a sud delle Alpi e tenere sott’occhio la situazione in Lombardia, dove l’animale infetto più vicino al Ticino è stato rinvenuto a una ventina di chilometri a nord di Pavia, è diventato un mantra. Il Cantone sta usando tutte le armi possibili per ridurre già ora il numero di cinghiali.
“A livello svizzero il Ticino è il cantone più esposto al rischio di contagio della peste suina africana – spiega alla RSI il responsabile dell’Ufficio caccia e pesca (UCP) Tiziano Putelli, vista proprio la vicinanza con i focolai in Italia. Siamo quindi stati i primi, tra i cantoni, a richiedere una misura come la deroga alla legge sulla caccia”.
Deroga che è stata chiesta nell’estate dell’anno scorso e che prevede appunto la revoca del periodo di protezione. Berna, nel concederla, oltre a limitarla nel tempo ha pure circoscritto la sua validità alle regioni del Mendrisiotto/Basso Ceresio, Malcantone, Val Colla e Locarnese (tra Brissago e Losone).
“La caccia invernale terminerà a fine febbraio, dopodiché continueremo con delle azioni puntuali con i guardiacaccia, ma anche con i rilasci di singoli permessi in base alle segnalazioni che riceveremo. Potremo inoltre anticipare la caccia estiva almeno all’inizio di maggio”.
Anche perché finora l’efficacia delle misure appare ridotta, nonostante l’introduzione di un mese in più di caccia invernale. Le catture sono calate da un centinaio alla settimana sul finire dell’anno scorso ad una ventina.

Cinghiali uccisi in Ticino tra novembre e febbraio
L’UCP si prepara anche a dotare dei cinghiali con dei trasmettitori gps per meglio monitorare l’eventuale arrivo della malattia vicino al confine ticinese. Secondo gli esperti però la peste suina africana arriverà più probabilmente con un cosiddetto “salto”: non quindi portata dagli animali, ma - ad esempio - tramite una scarpa che ha calpestato l’infezione.

Abbattere i cinghiali per lottare contro la peste suina
Il Quotidiano 13.11.2024, 19:00